Silvio Berlusconi si sgancia ancora una volta dall’opposizione sovranista guidata da Matteo Salvini e Giorgia Meloni per guardare, piuttosto, a un dialogo “serio e fattivo” con il governo Conte in un momento così delicato per il Paese. A confermarlo è stato lo stesso leader di Forza Italia in un’intervista concessa a La Stampa, in cui ha rivendicato di aver proposto per primo l’idea di una collaborazione istituzionale fra maggioranza e opposizione, pronto a dare il suo contributo “di esperienza e idee” all’esecutivo che sta affrontando la crisi di questi mesi.
“Primo, collaborazione istituzionale non significa convergenza politica. Secondo, l’ascolto non è una concessione che il presidente del Consiglio ci fa, semmai è nell’interesse del Paese e dello stesso Governo avvalersi di chi, come noi, ha esperienza e competenza, non solo politica. Qualità queste che scarseggiano nei partiti della maggioranza. Terzo, ascoltare l’opposizione non può essere solo un gesto di cortesia formale, deve tradursi nel concordare concretamente le scelte da fare”. L’ex premier ha fornito anche quella che, a suo dire, sarebbe la ricetta più opportuna: “Shock fiscale con la flat tax e sospensione delle imposte per tutto l’anno; un intervento sulla giustizia; il ricorso al Mes, perché rinunciare a 37 miliardi, praticamente a costo zero, è una follia”. No, invece, all’idea di un governissimo Draghi: “I profeti li lascerei nella Bibbia, dove peraltro si occupavano di cose più importanti. Se matureranno le condizioni per un governo diverso da questo, le valuteremo con i nostri alleati. Ma un governissimo con tutti dentro, non credo sia né possibile né desiderabile”.
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