Pier Luigi Bersani protagonista dell’ultima puntata di Dimartedì. L’ex segretario del Pd viene chiamato dal conduttore Giovanni Floris ad esporre la sua opinione sulla manovra economica appena presentata dal governo Meloni. Bersani come ci si poteva aspettare non fa sconti all’esecutivo di centrodestra e boccia su tutta la linea il presidente del Consiglio Giorgia Meloni utilizzando una delle sue famigerate metafore.
“Manovra del governo Meloni? Quello che mi preoccupa di più è quella piccola parte di finanziaria, cioè 10-12 miliardi, riservati al fisco, al reddito di cittadinanza, alla precarietà. – così Pier Luigi Bersani a Dimartedì – Ragazzi, ma in questa manovra ci sono delle cose che fanno pensare che qui si sta prendendo una strada pericolosissima. Adesso vien fuori questa cosa qui della detassazione delle mance. Ma vogliamo ridere? In Italia le mance si pagano cash, cosa vorrà dire detassare al 5% una cosa che fin qui non esiste? Vuol dire che ci infilo del nero o un pezzo del salario che non sviluppa contributi. Quindi, sto di nuovo precarizzando i camerieri”, accusa l’ex segretario del Pd.
“I voucher, dopo cinque anni che sono stati introdotti, erano 158 milioni. – prosegue poi Bersani – Erano stati inseriti per il giardinaggio e li hanno usati poi alla grandissima per altro. Ragazzi, in Italia se dai da bere a un ubriaco non sei un buon oste. Io ho davvero paura per il Paese. Adesso mi fanno questa detassazione al 5% sulle mance. Ma ragazzi, vogliamo ridere? A me vien da piangere invece. È una vergogna. Io conosco l’Italia, devi prenderla per il verso giusto. Non puoi incoraggiare le cose sbagliate”, sbotta l’ex parlamentare.
“Mettono le regole ai poveracci del reddito di cittadinanza, alle Ong, ai giovani dei rave. E le tolgono al contante, ai pos, all’equità fiscale”, Pier Luigi Bersani affonda ancora il colpo contro il governo Meloni. Poi si mette a battibeccare con Flavio Tosi di Forza Italia, anche lui presente nello studio di Dimartedì, sui provvedimenti ritenuti insoddisfacenti per la piccola impresa.
“Io ho sempre detto che la destra è quella lì. Adesso io sarò comunista, ma…”, attacca Bersani. “Eh, lo sei”, chiosa un provocatorio Tosi. “Sì, sì. eh. Però, vedi Tosi, io sono figlio di un meccanico e i piccoli li conosco”, replica indispettito. Non poteva mancare nemmeno una battuta sul caso Soumahoro: “Roba brutta, brutta. Ma nella Chiesa anche un prete che ha peccato può dare il messaggio giusto”.
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