Pier Luigi Bersani, parlamentare e presidente di Articolo Uno Mdp-Leu, parlando ad Agorà su Rai 3 ha commentato l’attuale crisi di governo in cui il mattatore è sempre Matteo Renzi. E mentre al leader di Italia Viva arriva anche l’altolà del Pd, Bersani dice chiaro e tondo come la pensa sulla questione: “Non ho aggettivi per qualificare un’operazione del genere mentre abbiamo centinaia di morti di pandemia e migliaia di feriti gravi in economia”. Poi la stoccata: “Renzi sta facendo con Conte le stesse cose che fece con Letta. Non è una novità”, ha detto Bersani.
“Non è che Renzi sia Mandrake”, sottolinea Bersani, che lasciò il Pd nel 2017 in protesta contro l’allora segretario Renzi per fondare Leu. “Adesso noi possiamo chiedere a Renzi, e agli araldi e alle aralde di Renzi, di non far torto all’intelligenza degli italiani. Si vuole una crisi cosicché Renzi possa prendere centralità, possa essere il demiurgo di nuovi percorsi che vedono alla fine la testa di Conte. Questo è il punto. Qui è cominciata la polemica che ancora c’era la bozza”, ha proseguito Bersani, riferendosi al documento sul Recovery Plan.
“Questa – se sarà crisi – verrà ricordata come la crisi della bozza. Non era neanche andata in Consiglio dei ministri. Il problema è l’attuazione”, dice ancora Bersani. “Di questo dovremo occuparci, chi sono gli attori concreti che metteranno a terra quei soldi? E poi c’è l’urgenza del blocco dei licenziamenti. Cosa facciamo dopo?”. Per il presidente di Articolo Uno, la figura del premier Giuseppe Conte resta “un punto di equilibrio”.
Conclude Bersani: “Può anche esserci una crisi però nel luogo deputato. Da questa crisi si uscirebbe solo con Conte. Diversamente non vedo condizioni politiche che possano evitare le elezioni”. E sulla stessa linea sta anche il Pd. A questo punto Renzi continua a giocare la sua partita, ma appare evidente che il massimo che potrà ottenere sarà un Conte-ter con una rivoluzione nella squadra dei ministri.
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