Nervi tesi nella maggioranza di governo tra Fratelli d’Italia e Forza Italia. “La cabina di regia? La polemica non esiste, stiamo parlando del nulla: ovvero di una proposta che non ha avuto seguito”. Sono queste, secondo una ricostruzione di Repubblica, le parole utilizzate dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida per liquidare l’ipotesi della formazione di un coordinamento politico per affrontare i problemi legati alla manovra economica.
Proposta avanzata dallo stesso fedelissimo di Giorgia Meloni qualche ora prima allo scopo di superare i problemi sorti a causa dell’alto numero di emendamenti e di pregiudiziali che soprattutto il partito di Silvio Berlusconi aveva posto. Ma respinta al mittente dai berlusconiani con la motivazione che è prevista già una sede per il coordinamento dei lavori sulla manovra economica. Si tratta della commissione Bilancio presieduta proprio da un deputato di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori.
“Si scrive cabina di regia ma si legge divisioni nella maggioranza”, attacca l’ex ministro forzista l’ex ministra Mariastella Gelmini, ora nel Terzo Polo di Calenda e Renzi. La mossa di Lollobrigida è dovuta probabilmente al fatto che il premier Meloni ha la assoluta necessità di approvare la legge di bilancio entro fine anno per evitare l’esercizio provvisorio. Ma evidentemente la Meloni non si fida di Berlusconi e aveva provato ad imbrigliarlo con la proposta della cabina di regia. Premier poi costretto ad un mezzo passo indietro come si è visto.
Dunque, l’esame degli oltre 3mila emendamenti presentati verrà fatta direttamente in commissione Bilancio. Particolare importante è che a presentarne di più sia stata proprio Forza Italia. “La mia proposta va oltre le decisioni sulla legge di stabilità. – commenta ancora Lollobrigida – Io avevo suggerito un tavolo permanente di confronto fra le principali forze della coalizione. Su questo non vedo difficoltà. In ogni caso, non ci sono stati sviluppi: l’idea di una cabina di regia specifica per la manovra non c’è”. Il braccio di ferro è anche tra i berlusconiani, che vorrebbero l’innalzamento delle pensioni minime a 600 euro, e la Lega di Matteo Salvini secondo cui le risorse per questa norma al momento non ci sono. Il testo della manovra dovrebbe comunque arrivare in Parlamento entro il 20 dicembre, per poi essere per forza approvata entro il 31.
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