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Dopo le auto, le birre! Un altro, clamoroso conflitto d’interessi a 5telle

E brindiamo alla manovra! Magari con una bella borra artigianale aromatizzata al conflitto d’interessi. I 5Stelle la tanto sbandierata integrità morale se la sono scordata da un pezzo, ma questo si sapeva già. L’ingenuità dell’onorevole grillino Cosimo Adelizzi ne è solo l’ennesima riprova. Già direttore commerciale della ditta di famiglia “Adelizzi Bevande”, il simpatico onorevole ieri ha smosso le onde del web per la propria inconsapevole voglia di fare e comparire. Così, se un tempo un deputato che avesse interessi in un settore, faticava nottetempo pur di mantenerli segreti, l’onorevole Cosimo non si è contenuto.

E ha comunicato in un video, urbi et orbi, la sua gioia per l’emendamento “infilato nella manovra” che riduce le accise sulle birre artigianali del 40%, così da favorire il settore dei microproduttori, cioè il suo e quello della sua azienda. Ah, se fosse stata la Boschi a fare una cosa del genere…

“Daremo una grossa mano al settore che rappresenta uno strumento di sviluppo economico”, declamava Adelizzi, raccomandando a tutti di “brindare con una buona birra artigianale italiana” che, forse, “ora potrà costare meno” (non è detto). In mancanza di una legge sulle lobby, sia chiaro, l’entusiasmo dell’onorevole ebolitano per un codicillo che aiuta un settore da lui commercializzato, equivale a un atto di coraggio. Considerato che sui suoi profili social, assieme alle congratulazioni, sono fioccati anche i dubbi di coloro che intravvedevano un conflitto d’interesse.

Ma no, ragazzi! Che sciocchi che siete! Quello, il conflitto d’interessi, vale solo per Renzi e per il PD! Essù, non lo sapete che per il Movimento dell’onestà non vale?! Piccolo o grande che sia, è solo l’ennesimo dei grillini. Come quello che innalza da 45mila a 50mila euro il limite per ottenere il bonus di acquisto di un’auto elettrica (in modo da far rientrare tra i modelli anche una berlina Tesla, la medesima ditta che aveva partecipato al tavolo automotive convocato dal ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio).

A esser cambiato, ora, è l’atteggiamento sempre cocciutamente inconsapevole di questi nuovi imberbi padroni del vapore che, come lamentato dalla Bonino in lacrime, “hanno perduto il senso dello Stato”. Soprattutto della misura, verrebbe da aggiungere. Considerato che, in seguito alle proteste del web, rilanciate dai siti d’informazione, il novello birraio ha dovuto poi precipitarsi a prendere le distanze, soprattutto ammettendo che l’emendamento per il quale gioiva “non è stato proposto da me, e non reca neppure la mia firma”. Ah!

Secondo lui parlare di “conflitto d’interesse” nel caso di questa azienda di distribuzione che opera nel Salernitano potrebbe sembrare esagerato. Se non fosse, appunto, per il totale smarrimento del confine tra l’attività pubblica e quella privata, favorito dall’incedere tumultuoso di eventi impensabili.

 

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