Bitcoin: la Svizzera continua a puntare sulla criptomoneta
La notizia circolata in queste ore, che i Bitcoin in Svizzera potranno essere utilizzati già dal 2018 per pagare le tasse sta destando non poca curiosità nei confronti di questa criptomoneta. L’ultimo comune in ordine di tempo ad accettare i pagamenti delle imposte, fino a un massimo di 250 franchi, è stato Chiasso, cittadina di frontiera sul confine con l’Italia. La decisione di Chiasso, però, non è una novità per la Svizzera: già Zug, da qualche mese, ha avviato la stessa sperimentazione.
La cittadina di Chiasso è da sempre un crocevia economico fondamentale per gli scambi tra Italia e Svizzera ma, in generale, vista la sua posizione favorevole, è un nodo importante per tantissimi scambi nel tessuto continentale. La scelta di aprirsi all’utilizzo dei Bitcoin va letta soprattutto in questo senso, per attirare a sé gli investimenti della new economy virtuale che si fa sempre più pressante e importante nell’economia mondiale.
L’obiettivo della Svizzera, e in particolare di Chiasso, è quello di diventare un punto di riferimento a livello Europeo, trasformandosi in una sorta di Criptovalley dove utilizzare i Bitcoin come moneta di scambio nelle transazioni. In questo modo, la Svizzera potrebbe continuare a mantenere la sua moneta ufficiale, il Franco Svizzero, ma ovviare ai problemi di cambio valuta utilizzando il Bitcoin come moneta universale, agevolando in questo modo gli scambi con l’estero.
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Conviene alla Svizzera puntare sui Bitcoin?
La decisione di Chiasso di aprirsi alla criptovaluta ha già avuto i primi, significativi, riscontri positivi. Quando ancora la notizia non era stata resa ufficiale ma era solamente una proposta e un’idea sul tavolo del Consiglio, già 8 start-up scelsero questa cittadina di confine per aprire la sede della loro attività, avallando quindi l’idea che la strada della criptovaluta fosse quella giusta.
Interpellati da giornalisti ed esperti di economia, i funzionari del Municipio di Chiasso hanno spiegato che 8 sono solo le start-up con cui sono stati già chiusi e definiti gli accordi di avvio ma che, in realtà, di aziende interessate ad aprire le loro filiali in questa piccola cittadina di frontiera al confine con l’Italia ce ne sono molte di più, provenienti da diversi Paesi d’Europa e pronte a investire nel Paese elvetico.
Infatti, sebbene la notizia dell’apertura del Municipio di Chiasso all’utilizzo dei Bitcoin sia stata quella che, almeno nel nostro Paese, ha fatto più notizia, la medesima scelta messa in atto dalla cittadina di Zug, nel cuore delle Alpi, non è meno interessante, anzi. Il piccolo centro alpino ha però limitato i pagamenti in Bitcoin a 200 Franchi, almeno per il momento, non escludendo di aumentare a breve la franchigia.
Guarda il video: Zugo: la cittadina svizzera patria dei Bitcoin
Presente e futuro della criptomoneta
Per Bitcoin, questa non può che essere una buona notizia, perché nel Paese elvetico, ormai, si è scatenata una vera e propria battaglia tra i Municipi per attirare a sé gli investitori del web, che guardano con sempre maggiore interesse a questo Paese incastonato nelle Alpi, in cui anche la fiscalità è notoriamente favorevole.
Il Bitcoin in Svizzera può, quindi, diventare un escamotage per catalizzare l’interesse delle aziende verso una realtà industriale e commerciale in continua crescita, che da sempre si è dimostrata attenta e perspicace a cogliere i cambiamenti del mondo economico, sfruttandoli a suo favore per ottenerne un vantaggio.
Secondo alcuni esperti quello dei Bitcoin è un fenomeno in consolidamento mentre, per altri, è una bolla che presto o tardi scoppierà portando con sé una scia di problemi e di instabilità di grandi proporzioni. Intanto, il Bitcoin in Svizzera diventerà a breve una delle monete ufficiali per le transazioni fiscali all’interno della Confederazione.
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