I Bitcoin continuano la loro corsa altalenante sulle montagne russe. Nella notte tra il 5 e il 6 febbraio hanno registrato un calo del 15% delle azioni. Il valore si abbassa quindi sotto i 7mila dollari, per poi recuperare leggermente, fermandosi sugli 8mila. E pensare che solo qualche mese fa aveva toccato il record di 15mila dollari ad azione!
Molti esperti di finanza tendono a non fidarsi delle critpovalute. Poco affidabili, non regolamentate da un ente centrale, possono tramutarsi in una bolla pronta ad esplodere da un momento all’altro.
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Il monito di Draghi
Che si tratti di “un asset molto rischioso, soggetto ad alta volatilità e speculazione” è il Presiedente della Bce Mario Draghi a dichiararlo. Il numero 1 della Banca Centrale Europea ammonisce da tempo sui pericoli dei Bitcoin e delle monete digitali, puntando il dito sulla loro inattendibilità.
Pochi giorni fa, Draghi ha tenuto un discorso a Strasburgo, inaugurando così le audizioni al Parlamento europeo. Lì ha presentato una relazione sull’andamento dell’eurozona e ha messo in guardia sui rischi delle criptovalute.
É un fatto concreto che i Bitcoin abbiano attirato l’interesse delle masse, scavalcando qualsiasi dubbio in proposito. Eppure, la loro diffusione ha portato linfa nuova ai portafogli delle banche europee, una cosa che andrà in ogni caso valutata ed esaminata. Per adesso, il numero 1 della Bce continua ad esternare la sua perplessità a riguardo e ribadisce che la deregolamentazione delle criptovalute è un loro punto a sfavore, complice anche il fatto che “le valute digitali non sono soggette a uno specifico approccio di vigilanza”.
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Occorre un costante monitoraggio sulle criptovalute
Draghi fa sapere che la vigilanza europea sta valutando quali potrebbero essere i rischi prudenziali ed effettivamente possibili della loro detenzione nei portafogli delle banche europee, e quali conseguenze potrebbe portare tutto ciò in termini di afflusso e speculazione. Occorre un assiduo e preciso monitoraggio.
Infine Draghi commenta i numeri dell’inflazione e dalla sfiducia verso le valute digitali, passa alla fiducia verso la crescita economica registrata nell’eurozona. Prudenza quindi e molta costanza: “anche se si è rafforzata la nostra fiducia che l’inflazione convergerà verso l’obiettivo del 2%, non possiamo ancora dichiarare vittoria su questo fronte”.
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