La moneta digitale non smette di stupire. Ogni nuovo record è una notizia da prima pagina. La rapidità dell’ascesa dei Bitcoin sembra non avere limiti. Ma più sale e più c’è il rischio che tutta la torre d’oro si frantumi in mille pezzi.
L’ulteriore rialzo che ha portato la criptovaluta a quota 14mila dollari ad azione, ed ha avuto il potere di trascinare con sé l’intero settore delle monete digitali, entrando a pieno diritto nelle prime 10 società di Wall Street con maggiore capitalizzazione.
In questi giorni i Bitcoin hanno infatti superato una capitalizzazione di ben 200 miliardi dollari.
Gli scambi sono oramai assestati sui 10 miliardi di dollari ad azione al giorno, e questo flusso riesce ad influenzare anche tutte le altre criptovalute che grazie ai Bitcoin hanno ottenuto maggiore visibilità, maggiore autorevolezza e di conseguenza più valore sul mercato finanziario.
Secondo le stime di Coinmarketcap il mondo delle monete digitali ha raggiunto una capitalizzazione complessiva che sfiora i 376 miliardi di dollari.
L’agguato è dietro angolo e tutte le banche occidentali si sprecano in commenti scettici su quale sarà il futuro dei Bitcoin vista la rapida ascesa e, soprattutto, senza la mancanza di un ente centrale che li regoli. Si è parlato persino di analogie compatibili con ciò che successe nel 1600 nei Paesi Bassi, nei quali il business dei tulipani ebbe così tanto seguito da farne scaturire una speculazione sui bulbi non ancora esistenti e per i quali scoppio una bolla senza precedenti, il primo grande crollo del mercato dopo altissimi volumi di scambio.
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Per ora, la fiducia nella tecnologia e nell’innovazione ha portato alla completa assuefazione verso i guadagni facili e veloci delle criptovalute.
E anche la questione sulla regolamentazione sembra essere arrivata ad un passo decisivo dal cambiamento: i futures di Chicago hanno dichiarato il loro via libera all’autorithy. Sono dunque pronti a partire con i prossimi contratti, prima il Cboe, poi il Cme. Il mercato delle criptovalute apre quindi finalmente la porta ad una gestione regolamentata da strumenti derivati, l’appunto che viene sempre fatto ad una moneta che ancora non è stata definitivamente accettata dal mondo della finanza.