A partire dalle 9:30 di venerdì 8 ottobre è in corso la consegna alla Corte di Cassazione delle firme raccolte in favore del referendum sull’eutanasia legale. A consegnar ele firme sono i membri dell’associazione Luca Coscioni che poi si riuniranno nel loro XVIII congresso nazionale. Una piccola folla si raduna nei pressi del Palazzaccio di piazza Cavour, a Roma. Ma a rovinare l’evento ci prova Mario Adinolfi, il fondatore del Popolo della famiglia.
La dura contestazione di Mario Adinolfi al referendum sull’eutanasia arriva fino a piazza Cavour. Il leader del movimento politico cattolico tradizionalista arriva pure lui all’ingresso della sede della Corte di Cassazione nel giorno della consegna delle firme. Mentre è in corso l’iniziativa promossa dall’associazione Luca Coscioni, vicina ai Radicali, Adinolfi si avvicina a Marco Cappato e agli altri promotori.
“State imbrogliando, è un imbroglio”, Adinolfi ripete più volte le sue accuse. “State imponendo un diktat per cui dovremmo essere tutti contenti di essere liberi di suicidarsi”, questa la sua opinione, non certo tenera, sull’eutanasia. “La Corte Costituzionale non potrà mai dare il via libera a questo referendum. L’eutanasia non potrà mai essere fatta per referendum ma per legge”, è il pronostico del leader del Popolo della famiglia.
Un’irruzione di piazza a gamba tesa che provoca la ferma reazione dei presenti. “Quella di Adinolfi è una iniziativa di parassitismo mediatico. – commenta Cappato con durezza – Apprezziamo il fatto che sia riuscito a svegliarsi in tempo per venire qui”, ironizza poi. Intanto, gli altri promotori del referendum sull’eutanasia scandiscono il coro “Libertà, libertà”. Ma Mario Adinolfi non sembra preoccuparsene, resta convinto delle sue idee e posta anche il video del blitz di piazza Cavour sulla sua pagina Facebook. Tre minuti in cui mostra le sue “dichiarazioni integrali” fatte durante la sua protesta.
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