Il “caso” è esploso a Sorrento quando un ristorante ha deciso di affidare il servizio in sala ai suoi clienti a un robot cameriere. Questo particolare tipo di automa è stato creato e implementato dal 33enne Leonardo Fontana ed è il risultato di 5 anni di studi e miglioramenti tecnologici. Il robot, chiamato Bob, si muove fra i tavoli in totale autonomia grazie a un complesso sistema di sensori e stabilizzatori. Può trasportare fino a quattro vassoi per un peso massimo complessivo di 40 chilogrammi. La sua caratteristica principale? Non si stanca, non si lamenta e costa solo 350 euro al mese.
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Fontana sostiene che questo tipo di servizio non mira a sostituire il personale umano, ma a supportarlo. Tuttavia, sorge spontanea una domanda: quale essere umano potrebbe essere “competitivo” in un confronto con le macchine? Se un ristoratore ha la possibilità di impiegare personale, anche se non umano, a un costo così basso, quali saranno le prospettive economiche per i camerieri in carne e ossa?
Leonardo Fontana, in un’intervista a Repubblica, ha spiegato: “L’idea di introdurre i robot è frutto di un’esperienza diretta. Io stesso sono ristoratore, gestisco due bar e un ristorante. Dopo un viaggio in Cina mi sono appassionato alla robotica e ho importato i primi modelli nei miei locali per migliorare l’organizzazione del servizio. La collaborazione con OrionStar ci ha permesso di potenziare il servizio e di estenderlo a tutta Italia. Grazie al nostro software, per il professionista diventa facile gestire un asset così in autonomia”. E infatti, sono già 250 i modelli attivati in tutta Italia.
Cosa fa Bob
Secondo il suo inventore, Bob non sostituisce il personale, ma permette ai camerieri di concentrarsi maggiormente sull’interazione con i clienti e sulle attività di up-selling, suggerendo altri prodotti o combinazioni di menu. Ma questa visione sembra un tantino ottimistica. Alla fine dei conti, chi spenderebbe uno stipendio pieno per un cameriere se una macchina può fare lo stesso lavoro, senza avere i problemi e le “limitazioni” di un essere umano?
Fontana ha continuato: “A Dubai, in Giappone e in Cina l’utilizzo dei robot è già molto avanzato. Per noi occidentali potrebbero essere un grande aiuto. Con un’altra start-up stiamo pensando a come automatizzare alcuni processi ripetitivi in cucina, con la possibilità di incidere sul food cost grazie alla razionalizzazione delle operazioni”. Ha aggiunto poi che, negli Usa, Nala Robotics ha già lanciato il primo locale con la cucina completamente robotizzata. “Il cuoco rimarrà sempre centrale, così come il cameriere, ma le mansioni cambiano”, ha affermato. Ma la cucina completamente robotizzata?
C’è anche un altro aspetto da considerare: la privacy. Bob può trasformare il suo monitor frontale in uno schermo per campagne di marketing, mentre ordinazioni, richieste di informazioni e la guida dei clienti avvengono tramite un microfono attraverso il quale il robot ascolta e parla con loro. Ufficialmente, viene garantita la privacy e la non archiviazione dei dati, ma è lecito avere qualche dubbio sulle possibili conseguenze e sugli usi impropri di questa tecnologia. Gli esempi già esistenti non mancano.
In ogni caso, Bob lavora per 12 ore filate per un costo di circa 350 euro di canone mensile. Ma a Bob va bene così, perché non ha una famiglia da mantenere.