Ilda Boccassini rivela in un libro la sua storia d’amore con Giovanni Falcone. E Maria, la sorella del magistrato ucciso dalla mafia nel 1992, perde le staffe. L’ex magistrato della procura di Milano, ma che negli anni roventi della lotta alla mafia era impegnata in prima linea in Sicilia, fa esplodere il caso pubblicando un libro. Il titolo è La stanza numero 30 e, all’interno, la Boccassini racconta diverse esperienze della sua vita lavorativa e personale.
Il libro scritto dall’ex magistrato Ilda Boccassini, ora settantenne e in pensione, consta di 343 pagine. Al suo interno, come appena anticipato, diverse dichiarazioni destinate a far discutere. La Boccassini rivela senza peli sulla lingua di essersi innamorata del collega Giovanni Falcone quando era “giovane e flessuosa”. Parole che scatenano la reazione furiosa della sorella del giudice fatto saltare in aria dalla mafia a Capaci nel maggio del 1992, insieme alla moglie e agli agenti della sua scorta.
“Sembra si sia smarrito ormai qualunque senso del pudore e del rispetto. – scrive indignata Maria Falcone su La Sicilia – Prima di tutto dei propri sentimenti (che si sostiene essere stati autentici). Poi della vita e della sfera intima di persone che, purtroppo, non ci sono più. – prosegue con tono grave la Falcone – Non possono più esprimersi su episodi veri o presunti che siano. E che, ne sono certa, avrebbero vissuto questa violazione del privato come un’offesa profonda”.
Insomma, un giudizio di condanna morale senza appello, quello pronunciato da Maria Falcone nei confronti di Ilda Boccassini. Comunque sia, nel libro, l’ex magistrato ripercorre anche la sua carriera professionale, costellata di diversi successi nella lotta alla mafia. Una menzione particolare la Boccassini la fa dell’inchiesta sulle cosiddette “cene eleganti” di Silvio Berlusconi. “Non nego di aver contribuito a dare di me un’immagine pubblica che so diversa da quella reale. Insomma, per difendermi ho indossato una maschera che con il tempo è diventata la mia faccia”, dice di sé.
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