Essere primi in Europa non è sempre un merito, specialmente quando si parla di bollette energetiche. Gli italiani sono costretti a fare i conti con i costi dell’energia elettrica più elevati del continente. Fino al 28 agosto, il prezzo medio all’ingrosso dell’energia è stato di 98,96 euro per megawattora, più del doppio rispetto a Spagna e Francia e circa un terzo più alto rispetto alla Germania.
Il piano strategico di Enel aveva previsto un aumento dei prezzi energetici a causa della scarsità di impianti di produzione rispetto alla domanda. Tuttavia, come evidenziato da Antonio Rizzo sul Fatto Quotidiano, il prezzo dell’energia elettrica ha recentemente superato la soglia critica dei 140 euro per megawattora, senza che il Governo sembrasse preoccupato. Gli investimenti sono concentrati su previsioni di crescita delle rinnovabili che appaiono ormai irrealistiche.
Secondo il Fatto Quotidiano, i prezzi dell’energia per i prossimi due anni sono previsti stabilmente sopra i 100 euro per megawattora, mantenendo l’Italia tra i paesi con i costi più elevati d’Europa. Questo elevato costo dell’energia influisce negativamente sulla competitività del sistema produttivo italiano, creando difficoltà lungo tutta la filiera economica.
Il Ministro Pichetto Fratin ha dichiarato che è necessario un approccio realistico e che il nucleare rappresenta una sfida da cogliere. Tuttavia, non ci sono al momento studi concreti su come incentivare l’energia nucleare, né piani chiari per la selezione di siti adeguati.
L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera), incaricata di promuovere la concorrenza e tutelare gli utenti, sembra non aver fatto molto per migliorare la situazione. Invece, le decisioni prese hanno solo contribuito ad aumentare i costi per i consumatori, spostando il peso del rinnovamento degli impianti sui cittadini.
Con la situazione attuale, gli italiani sono destinati a continuare a sopportare le bollette elettriche più alte d’Europa, senza segnali concreti di miglioramento all’orizzonte.