Quello compiuto a Roma da due persone per ora ignote è un attentato o un semplice gesto dimostrativo? Nella notte tra martedì 8 e mercoledì 9 marzo, vengono lanciate all’interno della sede dell’ambasciata della Bielorussia in Italia due ordigni esplosivi. Fortunatamente lo scoppio non ha provocato feriti. Indagano ora gli agenti della Digos, coordinati dalla Procura della Capitale. Gli organi di stampa in un primo momento hanno parlato di “petardi”, per poi precisare che si tratterebbe di bombe carta. A giudicare dai filmati che hanno ripreso l’esplosione, però, la deflagrazione è stata molto forte.
Secondo quanto affermato a caldo degli inquirenti, quello compiuto contro l’ambasciata bielorussa a Roma sarebbe soltanto un gesto dimostrativo. Ma le telecamere piazzate intorno alla sede diplomatica, situata in via delle Alpi Apuane, in zona Montesacro, hanno ripreso tutta la scena. Si vedono due persone, probabilmente giovani uomini i cui volti sono coperti da cappucci, lanciare due ordigni esplosivi oltre il muro di cinta della villetta che ospita l’ambasciata della Bielorussia, alleata della Russia di Putin nell’invasione dell’Ucraina.
Il boato provocato dalla doppia esplosione, anche se i media parlano di una sola, è stato molto forte, tanto da essere udito in tutta la zona che si trova a Nord della Capitale. Fortunatamente non si sono registrati né feriti né particolari danni alla struttura. La forze dell’ordine sono giunte sul posto pochi minuti dopo per effettuare tutti i rilievi del caso, avvertite dal personale che si trovava all’interno dell’ambasciata bielorussa.
Al momento la Procura non ha ancora aperto un fascicolo di indagine, in attesa dei risultati delle perizie effettuate dagli agenti della Digos. Comunque sia, almeno per ora, si esclude che l’indagine possa essere trasferita ai magistrati dell’Antiterrorismo. Ma i dubbi che il gesto criminale compiuto a Roma sia legato a quanto sta avvenendo in Ucraina sono pochi.
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