Una crisi che deve diventare momento di ritrovata unità, anche politica, e non di ulteriori divisioni. Stefano Bonaccini, presidente di quell’Emilia-Romagna strappata alla Lega di Matteo Salvini soltanto pochi mesi fa, non ha dubbi, dicendosi sulla stessa barca di tutti gli altri governatori. “La situazione di altre Regioni come la Lombardia? Non mi permetto di giudicarla – ha spiegato alle pagine di Repubblica – per quanto riguarda l’accoglienza di turisti provenienti da quelle zone, invece, valuteremo insieme al governo e ai colleghi e decideremo quando sarà il momento giusto”.
“Al 3 giugno, data della riapertura della possibilità di spostarsi tra Regioni, mancano pochi giorni – ha spiegato Bonaccini – credo si debba centrare un solo obiettivo: adottare soluzioni praticabili, efficaci e chiare. Discutere senza i dati delle prossime ore non ha senso. Il mio rapporto con il governatore del Veneto Zaia? Sono quasi tre mesi che gestiamo una crisi senza precedenti. Prima l’emergenza sanitaria, poi le ripartenze. Con Zaia ci confrontiamo costantemente perché le nostre Regioni sono confinanti e abbiamo dovuto affrontare problemi analoghi, che non sono di destra né di sinistra”.
Bonaccini ha rinviato al futuro le discussioni sul futuro del Pd: “Adesso c’è un Paese da rimettere in piedi. Il Pd ha un segretario che stimo e del quale sono amico, Nicola Zingaretti. Traccerà lui la strada più giusta. Io sono pronto a dare il mio contributo, se servirà. Ora però le priorità che ho davanti come presidente della Regione sono altre”.
“Il governo – ha concluso Bonaccini – ha fatto bene nella gestione dell’emergenza sanitaria. Adesso serve una forte accelerazione sul rilancio dell’economia e la tutela del lavoro. Conte sta dimostrando di saper fare bene, non ha bisogno dei miei consigli. Un rimpasto? Valuterà lui se la squadra di governo è adeguata o se serviranno degli interventi”.
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