Scade il 4 aprile il termine (già posticipato rispetto al termine originario del 16 marzo) per comunicare per via telematica la cessione all’Agenzia delle Entrate e le possibilità di riuscire in questi pochi giorni nell’operazione sono poche, pochissime quelle di effettuarla a prezzi convenienti. Lo spiega oggi il Corriere della Sera, affermando che le grandi banche non ritirano crediti tranne che a una clientela selezionata, le Poste effettuano solo operazioni di piccolo cabotaggio e sulle piattaforme private il corrispettivi riconosciuti stanno scendendo. Un credito di 110 euro, derivante da 100 euro spese per operazioni coperte dal Superbonus 110, viene oggi compensato sulla piattaforma sibonus (ordine commercialisti e Unioncamere) 88,11 euro.
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Le opzioni per chi non riesce a cedere
Chi non riesce a cedere entro il 4 aprile ha due possibilità: chiedere nella dichiarazione dei redditi l’agevolazione e se si trova nella fortunata condizione di riuscire a detrarre tutto o quasi in quattro anni tutto sommato fa un buon affare; mentre se non si ha convenienza a chiedere l’agevolazione diretta, spiega il quotidiano, non resta che aspettare fino all’ultimo giorno utile per inviare la dichiarazione dei redditi sperando che il governo consenta, come ha fatto lo scorso anno, di spalmare la detrazione in dieci anni invece che in quattro o che riapra i termini per l’invio della dichiarazione telematica e che si riescano a cedere i crediti nel frattempo.
Come funziona la cessione del credito
Alla cessione del credito e allo sconto in fattura si ha diritto solo a determinate condizioni. Per il Superbonus, oggi possibile solo in condominio, si può accedere solo se delibera assembleare e Cilas (la comunicazione obbligatoria da inviare in comune) sono antecedenti al 17 febbraio 2023, stesso termine ante quo per l’ecobonus e il bonus ristrutturazione; in questi casi però non c’è la Cilas, ma fanno fede la Cila ordinaria (se prevista) oppure ogni altro documento atto a documentare la data di inizio lavori. A questo punto però crediamo che la platea degli aventi diritto si sia ridotta al lumicino. Sismabonus e bonus barriere architettoniche
Doppio termine per il sismabonus ordinario: 17 febbraio per le opere di consolidamento sugli edifici esistenti, ma se le opere consistono nella demolizione dello stabile e nella sua successiva ricostruzione il termine ultimo utile per la presentazione della Cila era il 31 dicembre 2023. Questa era anche l’ultimo giorno in cui era possibile avviare i lavori (dandone prova documentale) per l’abbattimento delle barriere architettoniche; dal 1° gennaio di quest’anno sconto in fattura sono possibili solo per le opere sulle parti comuni mentre nelle singole unità immobiliari bisogna che nel nucleo familiare che abita la casa vi sia una persona riconosciuta invalida a termini di legge o che il reddito familiare equivalente non superi i 15mila euro/anno. Il bonus barriere architettoniche è anche l’unico che abbia subito radicali modifiche nell’ultima Legge di Bilancio. Sono stati ridotti i lavori agevolabili perché sono uscite dal perimetro dell’agevolazione opere come il rifacimento del bagno o il cambio degli infissi, interventi che grazie a un’interpretazione letterale e furbesca della norma come era stata formulata a suo tempo potevano rientrare nell’agevolazione. Il bonus barriere architettoniche (75% di detrazione in cinque anni) avrà durata fino a tutto il 2025. Stesso termine per il Superbonus, che però quest’anno è già sceso al 70% e il prossimo si ridurrà al 65%.Dall’ecobonus fino alle caldaie
Bonus, tutte le scadenze
Scadono il 31 dicembre 2024 gli altri bonus: sisma ed ecobonus ordinari, bonus ristrutturazione, bonus mobili, bonus verde: se non interverranno modifiche dal prossimo anno resteranno solo le prime tre agevolazioni, ma con tetto a 48mila euro e detraibilità al 36%, tetto e aliquota che certo non indurranno i contribuenti a farsi fatturare tutte le opere. Con tutta probabilità però la legge di Bilancio 2025 reintrodurrà le agevolazioni in qualche forma. L’idea, da più parti ventilata, di legare i bonus al reddito in linea di principio sarebbe giusta ma nella realtà si scontra con il fatto che in condominio così i lavori non si riesce a farli. Quello che già sappiamo è che le caldaie a gas potranno essere vendute ma non agevolate. Questa è l’unica disposizione della direttiva case green appena approvata di effetto quasi immediato. Per vedere come tutte le altre complesse norme previste dalla Ue saranno applicate e quali contributi pubblici saranno erogati per favorirne l’implementazione bisognerà aspettare almeno due anni ancora. (Continua a leggere dopo la foto)
Doppio termine per il sismabonus ordinario: 17 febbraio per le opere di consolidamento sugli edifici esistenti, ma se le opere consistono nella demolizione dello stabile e nella sua successiva ricostruzione il termine ultimo utile per la presentazione della Cila era il 31 dicembre 2023. Questa era anche l’ultimo giorno in cui era possibile avviare i lavori (dandone prova documentale) per l’abbattimento delle barriere architettoniche; dal 1° gennaio di quest’anno sconto in fattura sono possibili solo per le opere sulle parti comuni mentre nelle singole unità immobiliari bisogna che nel nucleo familiare che abita la casa vi sia una persona riconosciuta invalida a termini di legge o che il reddito familiare equivalente non superi i 15mila euro/anno. Il bonus barriere architettoniche è anche l’unico che abbia subito radicali modifiche nell’ultima Legge di Bilancio. Sono stati ridotti i lavori agevolabili perché sono uscite dal perimetro dell’agevolazione opere come il rifacimento del bagno o il cambio degli infissi, interventi che grazie a un’interpretazione letterale e furbesca della norma come era stata formulata a suo tempo potevano rientrare nell’agevolazione. Il bonus barriere architettoniche (75% di detrazione in cinque anni) avrà durata fino a tutto il 2025. Stesso termine per il Superbonus, che però quest’anno è già sceso al 70% e il prossimo si ridurrà al 65%.