Il lettore avrà notato che oramai esiste un bonus per tutto, sia che si concretizzi in un incentivo economico oppure in uno sgravio fiscale. Anche per il 2024, dunque, il bonus Tari consente di beneficiare di una riduzione – o anche dell’esenzione totale – del versamento della tassa sui rifiuti. Si tratta notoriamente di un tributo municipale e proprio per questo, pur essendoci delle direttive nazionali obbligatorie per tutti, è gestito dai Comuni, sicché per poter beneficiare del bonus Tari 2024, è necessario presentare domanda direttamente al proprio Comune di residenza.
Non mutano le caratteristiche tipiche: i limiti Isee da rispettare si allineano in molti casi a quelli degli sconti sulle bollette della luce e del gas. Il nucleo familiare interessato deve vantare un reddito Isee basso, pressoché il medesimo che consente l’accesso agli sconti sulle bollette della luce e del gas. Nel 2020, in piena pandemia, fu presentato per la prima volta un pacchetto di misure che prevedeva specifici bonus per limitare l’impatto delle tariffe Tari sulle famiglie che si trovavano in condizioni di precarietà e di difficoltà economiche. Dal 2021, il bonus sociale è riconosciuto in automatico agli aventi diritto che hanno un Isee in corso di validità.
Ancora nell’anno in corso, si fa riferimento a quei nuclei familiari con Isee inferiore ai 9.530 euro oppure fino a 20mila euro, ma solo nel caso in cui all’interno della famiglia vi siano almeno quattro figli a carico. A dover versare la tassa sono tutti coloro che detengono, a qualsiasi titolo, un immobile atto a produrre rifiuti, dunque occorre precisare che non sempre è il proprietario a doversi accollare l’onere del versamento: se la casa è locata, ad esempio, l’obbligo di versamento ricade su chi la abita.
Sorge, però, un problema, dettato dalla natura già richiamata della competenza comunale: i vari Comuni non sono obbligati a riconoscere il bonus Tari ai propri cittadini perché su scala nazionale nulla è previsto. L’agevolazione sulla tassa rifiuti è a discrezione del Comune perché, se da una parte c’è una norma nazionale che ha lanciato il beneficio, dall’altra non è stato mai emanato un provvedimento che ne detti regole e funzionamento: si attende, da anni, un apposito Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che ne detti le regole, come ricorda il portale economico Informazionefiscale. Anche l’ammontare stesso del bonus dipende dal proprio Comune di residenza.
Vediamo, ad esempio, solo le due principali città italiane: a Roma i termini per accedere all’incentivo per il 2024 sono già scaduti a fine febbraio, così come quelli per rinnovare l’Isee per coloro che già beneficiano del bonus. Nel caso della Capitale, comunque, la misura si caratterizza come esenzione totale dal pagamento, ma è limitata ai nuclei con una soglia inferiore a 6.500 euro. A Milano, invece, le agevolazioni riguardano nullatenenti, titolari di redditi molto bassi o di pensioni minime che vengono assistiti dal Comune.
In conclusione, il bonus Tari 2024 rappresenta una boccata d’ossigeno per molte famiglie italiane, ma la sua applicazione varia notevolmente da Comune a Comune, rendendo indispensabile informarsi presso il proprio Comune di residenza per capire se e come poter beneficiare di questa agevolazione.