La Lega cerca subito di passare all’incasso. Non lo fa direttamente con Matteo Salvini, che continua a tendere la mano ai Cinque Stelle. Ma attraverso Claudio Borghi, presidente della Commissione di Bilancio, che ha rimesso subito al centro del programma politico il deficit, la flat tax, le opere pubbliche, l’eliminazione del principio del pareggio di bilancio dalla Costituzione. Con le frizioni che inevitabilmente ci saranno con il Movimento Cinque Stelle.
“Il primo segnale è dare un senso diverso all’Unione europea, spostando il parametro chiave dal deficit alla disoccupazione. Invece di dire che uno Stato non può fare più del 3% di deficit si deve dire che il Paese non può avere un certo livello di disoccupazione e finché ce l’ha bisogna dargli spazio per spendere. Nessuno rispetta questo parametro, la Francia quest’anno farà il 3,5 per cento, il Portogallo, che tanti economisti celebrano come modello virtuoso, ha fatto il doppio del nostro deficit negli ultimi dieci anni. Se l’economia arretra fare deficit non è una bestemmia”.
Sul fronte euro: “L’
uscita dall’euro non è nel Contratto di governo, che non viene cambiato a seconda di come va ogni elezione. Sarebbe velleitario rilanciare questa battaglia, dubito che il Movimento 5 stelle potrebbe sentirci. Possiamo prendere e fare le cose che ci sono nel Contratto, come appunto il superamento del pareggio di bilancio”.“In riferimento alla manovra, l’esito di queste elezioni sicuramente dice che l’aumento dell’Iva si seppellisce per sempre così come mi sembra evidente che ci sia un forte desiderio di detassazione. Visto che il reddito di cittadinanza era un punto qualificante dei 5 stelle, la quota 100 un punto in comune, ora bisogna fare la flat tax, che è un punto della Lega. Di sicuro non pensiamo a un aumento del reddito di cittadinanza o cose di questo tipo”.
La Lega tocca il 34% e stravince le elezioni europee. Il PD secondo partito, crollo del M5S