Sulla questione della censura in Italia il dibattito si fa sempre più acceso, con accuse incrociate da destra a sinistra, scioperi in Rai e con patenti di moralità assegnate ad minchiam. Non si capisce soprattutto, infatti, da quale pulpito parli la sinistra, che non perde occasione, ogni santo giorno, per gridare alla dittatura, al fascismo e, appunto, alla censura. Una volta è Tele Meloni, una volta Scurati, fatto sta che ogni scusa è buona. Eppure non è proprio la sinistra che da quando ha sposato l’intolleranza, il bigottismo del politicamente corretto e ha sostituito il libertarismo con la cultura della cancellazione non fa che censurare? A dire il vero se ne sono accorti in tanti, proprio a sinistra, di questa strana mutazione, come analizza Francesco Borgonovo su LaVerità. Vedi Luca Ricolfi, o Milo Manara. E così, mentre ora gridano all’occupazione della Rai, si dimenticano di quando era occupata da loro; e si dimenticano di quando impedivano ad esempio a chi aveva opinioni diverse sul vaccino di parlare, di avere spazio. Unica eccezione era Bianca Berlinguer su Rai3, che infatti poi è migrata su Rete4. Sono quelli che rimuovono articoli dai propri giornali se non sono fedeli alla narrazione internazionale (censurando quindi i propri giornalisti: vedi il caso Repubblica) o che fanno le liste di proscrizione pubblicando i nomi dei “putiniani” in Italia. Del resto la sinistra della doppia morale è da sempre così. Quando loro fanno una cosa va bene, quando la fanno gli altri è fascismo. E di questo avviso ora è anche un’altra icona proprio della sinistra, vale a dire Milo Manara. (Continua a leggere dopo la foto)
Ricolfi ad esempio a proposito della sinistra scrive che è “la parte politica che bramava la liberazione si è rivelata la più liberticida”. Su LaStampa, invece, Milo Manara, uno dei più grandi disegnatori italiani nonché massimo esponente della liberazione dei corpi e della sessualità, ha elencato le numerose censure che ha subito in passato e continua a subire. E ha spiegato: “Oggi rispetto a una certa rappresentazione dell’erotismo e del corpo della donna la censura non viene più solo da destra, come prima, ma anche da sinistra. Perché si ha sempre il timore di urtare qualche sensibilità”. E poi: “Non credo che stia tornando il fascismo. Mi ha dato fastidio che la sinistra abbia fatto la campagna elettorale agitando la paura del fascismo. Prima lo spauracchio di Berlusconi, ora del fascismo. Se ci fosse veramente il pericolo di fascismo dovresti prendere il fucile e andare in montagna, come hanno fatto i partigiani. Ci vuole un po’ di rispetto per le parole, per le vittime vere del fascismo”.