Non è una moda transitoria, non lo è per diffusione e proporzioni, e purtroppo ci vanno di mezzo le ragazzine. Il botox, noto per essere ampiamente utilizzato dalle star di Hollywood e dai “vip”, spopola anche tra le adolescenti che, in una società che ha smarrito ogni valore, anche estetico, sono condizionate da modelli irraggiungibili e canoni di perfezione irreali.
Ovviamente i social e la Rete in genere contribuiscono al dilagare del botox – o tossina botulinica – tra le adolescenti, e concorrono a forgiare una generazione di narcisisti. Si parla di “botox fai-da-te”: online si trovano kit da 60 euro per farsi le iniezioni da sole, nonché tutorial su YouTube lunghi 7 minuti. La situazione è decisamente sfuggita di mano, talché già a 14 o 15 anni tante ragazzine si infiltrano il botulino per levigare il viso. Un exploit di tali interventi si è riscontrato proprio tra le 14-16enni.
Il fenomeno non è certo da sottovalutare. Il kit cui accennavamo è composto da “penne” usa e getta e da fialette di acido ialuronico. Le giovani si iniettano da sole il siero, tipicamente nelle labbra o sugli zigomi, con conseguenze sovente devastanti: l’uso smodato o, come nel caso che stiamo trattando, quello inconsapevole può comportare malattie neuromuscolari, quali la miastenia grave o la sindrome di Eaton Lambert, l’infezione o l’infiammazione nella zona da infiltrare, senza considerare l’allergia alla tossina botulinica o ad uno degli altri eccipienti contenuti nel farmaco, tra cui l’albumina umana: allergia di cui ci si rende conto quando, evidentemente, è troppo tardi.
Il rischio depressione
“Puntano alla perfezione e rischiano la depressione“, è drastico il giudizio di Stefania De Fazio, presidente del Sicpre, la Società italiana di chirurgia plastica e ricostruttiva, colei che ha lanciato l’allarme. “I ragazzi sono su un palcoscenico continuo, mostrano tutto ciò che fanno. E vogliono essere perfetti nella realtà come nei selfie modificati”, ha affermato. I genitori, le mamme soprattutto? È legittimo chiederselo, ma la risposta che il Giornale ha ricevuto da Stefania De Fazio è sconcertante: “Le accompagnano, firmano per l’intervento chirurgico o il trattamento, le assecondano in tutto”. I genitori sono “succubi dei figli”.
Il rischio della depressione, cui accennavamo, parimenti non è da sottovalutare, giacché nel momento in cui il prodotto si riassorbe è facile che “sentendosi meno bella, la ragazza finisca in depressione”, non si senta accettata, non regga questa distorta forma di competizione tra pari. I filtri di Instagram, ovvero quelle funzioni che, virtualmente, levigano ogni ruga (anche se non sappiamo quali rughe possa avere una 15enne) sono spesso portati dalle giovani, e dalle loro mamme, come esempio dell’effetto che si vuole ottenere. Ancora una volta i social, dunque, e ancora una volta una realtà fittizia entro cui i nostri giovani vivono una pericolosa esistenza parallela.
I rischi del fai da te
Oltre ai rischi che abbiamo menzionato precedentemente, la dottoressa De Fazio aggiunge: “Se l’acido ialuronico entra in un vaso sanguigno può anche mandare in necrosi i tessuti. Le penne con l’ago possono lasciare cicatrici pesanti”. Ma oramai il business è stato fiutato. Esista la versione baby del botox già la dice lunga: i chirurghi estetici l’hanno creata, più diluita rispetto alla formula per le più adulte, proprio per le adolescenti e per le loro manie di perfezione.
Una “estetica senza etica”, la definisce il Giornale, e Stefani De Fazio concorda: “Oggi per fare i trattamenti estetici basta una laurea in medicina. Non c’è specializzazione, non c’è indirizzo. Forse bisogna cominciare a ragionare su questo”. Oggi il canone estetico è “del tutto sparametrato verso l’eccesso”, ancora nelle parole della chirurga, e vi è la tendenza alla omologazione. Nel suo studio, racconta ancora la dottoressa, ha visto arrivare ragazzine con labbra deformate dal botox fai-da-te o con piercing sottocutanei per simulare degli aculei.
La declinazione più pericolosa di questa tendenza è relativamente recente, si parla di “Barbie botox”: una follia, manco a dirlo, nata sui social e precisamente su Tik Tok, lanciata dall’influencer statunitense Isabelle Lux, ovvero quella di utilizzare la tossina botulinica per rendere il collo sottile e lungo come quello della famosa bambola riportata in auge da un recente film. Come non è difficile immaginare, si tratta di una “moda” pericolosissima: se i muscoli del trapezio, che sostengono il collo, sono troppo sollecitati dal botox si rischia di indebolirli fino al tal punto da non poter riuscire a sollevare la testa quando si è sdraiati. Ma i rischi ci sono anche per i muscoli più profondi, quelli per la deglutizione.
La società, i social media e le influenze esterne stanno trascinando le giovani generazioni in un vortice di insicurezze e pericoli. È necessario un intervento deciso per proteggere il futuro delle nostre ragazze da questi modelli di perfezione irraggiungibile e dalle gravi conseguenze fisiche e psicologiche che ne derivano.