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Sardegna, fa recitare le preghiere agli alunni: maestra di terza elementare sospesa per 20 giorni

La protagonista di questa vicenda si chiama Marisa Francescangeli, ha 58 anni e di mestiere fa la maestra elementare nella scuola primaria di San Vero Milis, in provincia di Oristano, in Sardegna. L’insegnante è stata sospesa per 20 giorni con decurtazione dello stipendio dai dirigenti del suo istituto perché si è macchiata di una colpa ritenuta gravissima: ha fatto recitare alcune preghiere ai suoi alunni. La vicenda risale all’ultimo giorno di scuola dello scorso anno, ma è divenuta di dominio pubblico solo ora. In pratica, la maestra ha fatto realizzare un rosario a forma di braccialetto ai suoi studenti. E poi ha recitato insieme a loro un’Ave Maria e un Padre Nostro. Comportamento ritenuto inammissibile in una scuola laica da parte di due genitori che hanno denunciato il fatto all’ufficio scolastico.
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maestra sospesa preghiere Oristano

Maestra di Oristano sospesa

“C’era stata una riunione con tutti i genitori e ho chiesto scusa. – rivela all’Unione Sarda la maestra di Oristano ora sospesa per colpa di alcune preghiere – Pensavo fosse finita lì, ma poi due sabati fa, mentre uscivo da scuola mi hanno consegnato a mano la lettera raccomandata e sono rimasta senza parole. Non ha avuto il coraggio di aprirla subito. Sono tornata a casa e l’ho aperta solo alle 22: sono rimasta scioccata”.

Colpa delle preghiere

“Non penso di aver fatto nulla di male. – aggiunge la maestra di Oristano sospesa, difesa dall’avvocato della Uil Elisabetta Mameli, che ha già fatto sapere che presenterà ricorso – Oltretutto tutti i bambini seguono le lezioni di religione e si stanno preparando per la prima comunione. Per me è una gioia andare a scuola. Mi mancano i bambini. Credo che questa sia un’ingiustizia: in molti tra colleghi e genitori mi hanno chiamato e mi stanno sostenendo. Adesso penso solo a quando potrò riabbracciare i bimbi”.

“L’azione della maestra di Oristano è stata inadeguata. – replica invece all’Adnkronos Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi Lazio – La scuola è laica non deve portare gli alunni a professare nessuna religione, quella cattolica, ebraica, musulmana o quale che sia. C’è il rispetto della laicità della scuola e la recita delle preghiere è un’azione non opportuna. Detto questo qualche perplessità sorge sul provvedimento preso. L’atto andava contestato, ma trovo eccessiva la sanzione messa in atto. A mio parere avrebbe dovuto essere più leggera. L’azione non giustifica un provvedimento così importante, non c’è proporzionalità”. Insomma, non doveva essere sospesa nonostante abbia sbagliato a far recitare le preghiere agli alunni.
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