Un allarme che ha fatto subito il giro del web, quello lanciato dall’associazione Baobab attraverso l’agenzia Dire. E che denuncia la situazione della Stazione Tiburtina di Roma dove, si legge, “ha aperto la sala per l’emergenza freddo predisposta dal Comune di Roma, e su 30 brandine disponibili 24 sono vuote, mentre ci sono persone migranti che dormono fuori poiché il dipartimento alle Politiche sociali del Comune di Roma non ha permesso loro di entrare”.
La denuncia è arrivata da Roberto, uno degli attivisti. Baobab aveva allestito un centro di accoglienza informale per migranti nei pressi della Stazione ferroviara di Tiburtina, a Roma, sgomberato poche settimane fa. Nel testo si parla di 19 migranti lasciati ad attendere invano di essere accolti per la notte, arrivati lì per trascorrere una notte molto rigida, con temperature vicine agli zero gradi. G
li operatori del Comune – testimoniano i volontari – non hanno consentito l’accesso che a cinque ragazzi, benché all’interno ben 24 brandine fossero vuote.“I ragazzi sono rimasti in fila per ore – si legge ancora – Per accedere al servizio, ci è stato chiesto di fornire la lista dei nominativi dei 24 migranti che stavamo aiutando alla cooperativa Tre Fontane, che media con il Sos. Lo abbiamo fatto. Poi siamo arrivati qui alle 19, ma solo alle 23.30 ci hanno risposto, informandoci che ne avrebbero accolti 5, quelli che rientrano nella categoria dei vulnerabili. Per altri 13 sono stati accordati posti tra la Stazione Termini e il centro di via Gioacchino Ventura. Nessun posto disponibile invece per gli ultimi cinque”.
“A quell’ora della notte, dopo ore di attesa e con quel freddo, come possono pensare che dei ragazzi che a malapena conoscono Roma possano spostarsi? Non hanno un’automobile e non possono prendere un taxi. Dovrebbero prendere un autobus notturno, che passa molto di rado, consapevoli che, come da regolamento, alle 6 del mattino gli verrà chiesto di lasciare il letto e andar via. Sembra che si vogliano mettere i bastoni tra le ruote soprattutto ai migranti ex ospiti del Baobab. Io spero che ci siano motivazioni tecniche e gestionali precise”.
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