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Brasile, la spiaggia di Copacabana si riempie di tombe. Tutti contro Bolsonaro

Il Brasile è in ginocchio. Le folli ricette di Bolsonaro per contrastare il coronavirus stanno mietendo centinaia di vittime al giorno. Il Brasile risulta il secondo Paese per contagi e il terzo per morti al mondo a causa del covid. Secondo i dati della Johns Hopkins University sono 802.828 i positivi e 40.919 i morti attualmente. Il Paese è il centro del nuovo focolaio mondiale, il Sudamerica, dove si è superato il milione e mezzo di positivi e superati i 73.600 decessi. A preoccupare sono i dati in crescita nelle ultime settimane, che un intervallo da 40 a 50mila contagi in più al giorno. In Brasile nelle ultime 72 ore i casi accertati sono stati oltre 100mila – anche se il governo solo qualche giorno fa aveva deciso di non pubblicare più i dati aggiornati sull’epidemia, causando l’intervento della Corte Suprema per ripristinare la pubblicazione dei numeri.

Proprio per protestare contro il governo, l’Ong brasiliana Rio de paz – riporta Il Riformista – ha messo in atto una singolare protesta. Una 40ina di volontari hanno scavato 100 fosse sulla celebre spiaggia di Copacabana, davanti all’hotel Copacabana Palace per simboleggiare la morte del Brasile. Le tombe sono evidentemente un rimando ai cimiteri piani e alle fosse comuni scavate ad esempio a Manaus. “Chiediamo al governo un cronoprogramma, vogliamo sapere cosa succederà da qui a uno o due mesi, dove sta andando il Brasile – ha dichiarato Antonio Carlos Costa, presidente della Ong – Non c’è un obiettivo, non c’è programmazione. Non c’è stata una sola espressione di compassione da parte del presidente della Repubblica, un po’ di solidarietà per coloro che soffrono”.

In Brasile il governo ha sottovalutato dalle prime avvisaglie la pandemia da coronavirus. Il Presidente Jair Bolsonaro – coinvolto anche in scandali giudiziari, che hanno colpito la sua famiglia, e politici che hanno provocato diverse dimissioni nell’esecutivo e reso la sua squadra traballante – aveva descritto il covid come un’”influenzetta”, è uscito tra la strade di Brasilia incurante delle misure di prevenzione e di distanziamento, ha partecipato a manifestazioni contro il lockdown e a favore della dittatura – della quale si è sempre dichiarato un nostalgico – e ha spinto per autorizzare l’uso del farmaco clorochina, nonostante le numerose controindicazioni evidenziate dagli studi.

Intanto la pandemia avanza anche nel resto della regione. A seguire il Brasile c’è il Perù, con 214.788 contagiati e 6.109 morti, il Cile (154.092 e 2.648) e il Messico (129.184 e 15.357), che pure aveva sottovalutato il covid. Altri sei paesi (Ecuador, Colombia, Argentina, Repubblica Dominicana, Panama e Bolivia) contano più di 10 mila contagiati e 400 morti. Emergenziale anche la situazione sociale ed economica.

 

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