Un annuncio trionfante fatto attraverso i social da Matteo Salvini. E che però non è stato per niente gradito dalla procura di Prato, città dove i carabinieri stanno eseguendo in queste ore dieci ordinanze di custodia nei confronti di altrettanti cinesi nell’ambito dell’inchiesta su uno scontro tra bande per il controllo della prostituzione. Una colluttazione violentissima, durante la quale erano state utilizzate anche delle armi, che il 4 luglio 2018 aveva provocato tre feriti nel parcheggio di via Traversa del Crocifisso, davanti alle Cascine di Tavola.
A dare la notizia è stato lo stesso ministro dell’Interno, che in tutta fretta si è complimentato coi carabinieri del Comando provinciale: “Si erano fronteggiati a Prato con coltelli e pistole per il controllo della prostituzione: dieci cinesi, tra cui sei clandestini, sono stati arrestati. Grazie ai carabinieri! Nessuna tolleranza per i delinquenti: per loro la pacchia è finita!”. Un’uscita del ministro non è piaciuta al procuratore Giuseppe Nicolosi.
Il motivo è semplice: come racconta il Tirreno, nonostante già alle 9 di mattina Salvini avesse annunciato dieci arresti dettando una breve dichiarazione all’Ansa, alle 13 risultavano eseguite solo tre ordinanze di custodia (due in carcere e un obbligo di dimora con divieto di uscire nelle ore notturne). Altri sette destinatari delle misure di custodia cautelare, tutti cinesi, non sono stati rintracciati e c’è il rischio che abbiano appreso la notizia dai mezzi d’informazione, rendendosi irreperibili prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Il messaggio di Salvini, in pratica, ha aiutato alcuni dei sospettati a darsi alla fuga. Un caso del genere era già accaduto lo scorso dicembre, quando il ministro aveva anticipato i risultati di un’operazione contro la mafia nigeriana a Torino, innescando una durissima polemica col procuratore Armando Spataro. In quel caso sei dei quindici ricercati non erano arrestati perché latitati.
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