Via libera da parte della Camera dei Comuni alla legge presentata dal governo di Boris Johnson per ottenere elezioni anticipate al 12 dicembre e dare così una svolta alla Brexit: 438 i voti a favore e 20 contro, grazie al contributo arrivato da parte delle opposizioni che hanno permesso così di completare l’iter alla prima delle due aule britanniche, quella elettiva. Ora gli ultimi passaggi alla Camera dei Lord, poi il Royal Assent della regina e lo scioglimento del Parlamento.
Il tutto in una situazione di tensione in cui Bruxelles ha già avvisato: “Questo potrebbe essere l’ultimo rinvio che concediamo. L
a Gran Bretagna, adesso, dovrà proporre un commissario”. I laburisti, che nei giorni scorsi si era opposti alle volontà del premier, hanno invertito la rotta con una decisione ufficializzata dallo stesso leader Jeremy Corbyn, che ha confermato il ritiro delle ultime resistenze del suo partito.
“Io ho costantemente detto che noi eravamo pronti alle elezioni a patto che una Brexit no deal fosse fuori dal tavolo. Ora noi abbiamo saputo dall’Ue che l’estensione dell’articolo 50 (sull’uscita del Regno dal club dei 27) è confermata fino al 31 gennaio 2020, per i prossimi tre mesi. E quindi la nostra condizione è soddisfatta. Noi intendiamo lanciare adesso la più radicale campagna di cambiamento del Paese che si sia mai vista”.
Intanto, in vista di possibili elezioni, Boris Johnson parte in netto vantaggio nei sondaggi. Il suo partito conservatore è dato, stando alle ultime rilevazioni, al 36% contro il 23% dei laburisti di Jeremy Corbyn, il 18% dei LibDem di Jo Swinson e il 12% del Brexit Party di Nigel Farage.
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