Brexit. Mancano meno di 24 ora all’apertura delle urne. Domani, giovedì 23 giugno, gli inglesi saranno chiamati ad esprimersi sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. E se la gran parte dei conservatori e dei laburisti si dicono pro-Europa, c’è invece un partito che ha fatto dell’euroscetticismo il suo punto di forza: l’Ukip di Nigel Farage.
Farage guarda con estremo interesse al voto del 23 giugno perché potrebbe coronare una volta per tutte quello che è il suo sogno (e di tutto il partito di cui è a capo): fare della Gran Bretagna una nazione nuovamente indipendente, slegata dall’Europa e padrona non solo della propria sovranità monetaria (che ha già), ma anche dei propri confini.
«Sono 25 anni che lavoro per questo – ha detto Farage in un recente intervento – e per molto tempo ho creduto che sarei diventato il patrono delle cause perse. All’improvviso è diventata una moda essere euroscettici e pensare che il governo britannico spetti ai britannici. Dobbiamo avere fiducia in noi stessi – ha continuato – perché possiamo stare in piedi con le nostre gambe e avere scambi commerciali col resto del mondo anche senza l’Europa dietro».
Secondo l’Ukip di Farage, uscire dall’Ue non provocherà poi tanti drammi all’economia britannica dato che si lavorerebbe il giorno dopo per costruire nuovi scambi e nuove alleanze, partendo prima di tutto dal «rinsaldare i legami con i 2.2 miliardi di persone che vivono nel Commonwealth». L’obiettivo, insomma, è chiaro: «Andare a votare e fare del 23 giugno la giornata della nostra Indipendenza».
Viviana Bottalico