Il 4 dicembre era il giorno prefissato per il tanto atteso incontro tra Theresa May, Primo ministro del Regno Unito, e Jean Claude Juncker, presidente della Commisione Europea. Ebbene, l’incontro è avvenuto ma l’accordo è saltato. Si continua a discutere sul ruolo della nazione inglese una volta uscita dall’Europa, ma un patto d’intesa sembra essere ancora lontano.
A metà dicembre si unirà il vertice con tutti i paesi appartenenti all’Unione, ed entrambe le parti sperano di arrivare ad un compromesso prima di allora.
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Juncker ribadisce che un accordo è vicino in quanto la situazione è più complessa del previsto, ma gli obiettivi sono chiari per entrambe le posizioni: “Non è stato possibile trovare una intesa completa. Nuove trattative e nuove discussioni si sono dimostrate necessarie. Queste si terranno entro la fine della settimana. Le posizioni si stanno avvicinando. Sono ancora fiducioso che potremo segnalare ai Ventisette a metà mese che abbiamo fatto sufficienti progressi”.
Ma le questioni su cui dibattere non sono finite. La Scozia pretende lo stesso trattamento dell’Irlanda del Nord nei confronti della regolamentazione con la Comunità Europea. Infatti, le grandi regioni del Regno Unito hanno colto l’opportunità per alzare la voce, approfittando della situazione particolare dell’Irlanda del Nord come una possibilità per affermare la propria indipendenza. E poi c’è la città di Londra, che ribadisce la sua votazione a maggioranza “Rest”, e per la quale è doveroso occuparsi delle numerose persone che straniere che lavorano lì.
Per non parlare della cifra, stimata sui 50 miliardi di euro, che la Gran Bretagna deve versare all’UE per ufficializzare il divorzio. L’Europa si dichiara pronta ad una scissione anche senza trovare un giusto accordo se il Regno Unito non rispetterà i patti. Il ministro Brexit David Davis, negoziatore capo a Bruxelles, sta facendo del suo meglio, ma il partito della May si trova in una situazione di debolezza e svantaggio, viste le divisioni interne e gli ultimi scandali che hanno coinvolto anche la famiglia reale, accusata di aver effettuato investimenti offshore. Per il momento una giusta intesa sembra alquanto lontana.