In Parlamento i rinvii continuano, con una spaccatura netta che impedisce di prendere di fatto una decisione definitiva sulle modalità di allontanamento dall’Europa. Da qualche parte, però, la Brexit c’è già stata: per la precisione, sulla copertina dei passaporti britannici, che dal 30 marzo scorso hanno iniziato a non recare più la dicitura “European Union” sulla copertina.
Il primo giorno della nuova vita fuori dall’Europa è iniziata in un data significativa, il giorno successivo a quel fatidico 29 marzo. Evidentemente la macchina burocratica – che prevede che dopo una prima fase di scomparsa della dicitura Ue per la fine dell’anno si ritorni ai vecchi passaporti britannici con la copertina blu scuro, a cancellare completamente la stagione comunitaria – non è stata avvisata o fermata in tempo dopo il rinvio dettato dalla sempre più caotica politica Gb.
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“Io sono rimasta molto sorpresa, siamo ancora membri della Ue, sono rimasta sorpresa che abbiamo fatto questo cambiamento quando non siamo ancora usciti” si è sfogata con i media Gb Susan Hindle Barone, cittadina britannica che venerdì ha ritirato il suo nuovo passaporto scoprendo il cambiamento.
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Un cambiamento, ha detto ancora Barone svelando la sua posizione anti-Brexit, “che è un segno tangibile di qualcosa che ritengo completamente inutile”. Gli ultimi sondaggi testimoniano come i cittadini siano molto combattuti in merito all’uscita dall’Europa, sia sulle modalità che sulla bontà della decisione, sulla quale molti sembrano aver avuto un ripensamento.
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