Bruno Vespa protagonista dell’ultima puntata di Dimartedì. Il conduttore di Porta a Porta è ospite nello studio del talk show di La7 condotto da Giovanni Floris per discutere soprattutto della guerra in Ucraina. Ma l’atmosfera si surriscalda quando Vespa comincia a battibeccare con lo storico Angelo D’Orsi sull’opportunità di continuare ad inviare armi agli ucraini. Il giornalista trova poi anche il tempo di raccontare un piccolo aneddoto su Silvio Berlusconi: “Stavo per intervistare Putin, poi arrivò il Cavaliere”.
“Che succede se smettiamo di dare le armi all’Ucraina?”, domanda a bruciapelo Bruno Vespa al professor D’Orsi. “La Russia consoliderà la propria posizione sulla parte russofona del Paese, e questo porterà a una divisione dell’Ucraina come successo in altre situazioni. Questo è un principio di realismo politico”, spiega il suo interlocutore. Ma il giornalista non ci sta e chiosa: “Cioè ci affidiamo alla buona volontà di Putin che decide dove e come fermarsi”.
“No no no, è inutile che mi prenda in giro, noi dobbiamo lasciar decidere agli ucraini. L’Ucraina non ha rispettato gli accordi di Minsk”, ribatte a sua volta D’Orsi che rivendica il diritto delle popolazioni di Crimea e Donbass di decidere del proprio futuro. Secondo lo storico dunque, questi territori dovrebbero effettuare dei referendum a questo proposito.
A quel punto però Bruno Vespa non si trattiene più. “Io su questo sono d’accordo, ma Putin non ha mai detto di volere qualche territorio ucraino. Lei ha mai visto un passo di Putin verso questa direzione? Non c’è margine. Senza armi, l’Ucraina è finita. Io ho visto pregare gli ucraini in chiesa ai funerali di un soldato e in tre ore ho capito che quelli non si arrenderanno mai. La loro terra è stata attaccata e loro non si muovono”, conclude il conduttore di Porta a Porta.
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