Da anni l’Italia cerca di competere con gli altri paesi in diversi ambiti, ma uno in particolare la pone un passo indietro rispetto al resto del mondo occidentale: il settore digitale.
A cosa è dovuto questo ritardo? Perché il nostro Paese è restio ad investire nell’innovazione tecnologica e digitale?
Le cause sono molteplici e penalizzano vari settori ad esso collegati come istituzioni, economia, crescita e sviluppo sociale. Tutto questo viene largamente ufficializzato da Mariya Gabriel, Commissario europeo per l’economia e la società digitale, che propone un’analisi allarmante sulla situazione italiana. Le cifre parlano chiaro: solo 7 italiani su dieci possiedono una decente connessione ad internet, si scende a 4 su 10 se si considerano anche le zone rurali. Rispetto allo scorso anno è avvenuto un misero aumento del 4%, totalmente insufficiente per una popolazione così poco attrezzata a livello digitale.
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I dati di Bruxelles
Dall’analisi condotto dal Commissariato europeo, la Gabriel cita infatti che solo il 44% della popolazione ha competenze digitali, e se si conduce un’ipotesi di piano verso il futuro, tra circa 3 anni è quasi certo che il 90% delle posizioni lavorative richiederanno conoscenze e competenze digitali, per cui mancherà il supporto necessario.
In questo senso, l’Italia se ne rende bene conto, eppure secondo l’Europa non riesce ad investire a sufficienza per garantire un cambiamento di rotta, nonostante i segnali negativi.
Il nostro paese non è all’avanguardia anche perché esiste un piano specifico della Commissione di Bruxelles che prevede determinati obiettivi, come un aumento di 8 volte il traffico di internet entro il 2020.
Per far questo c’è bisogno di una corretta condivisione di intenti tra le istituzioni pubbliche, quelle private e i cittadini, che si investa, in particolare, nella diffusione capillare della banda larga e ultra larga per dare a tutti la possibilità di usufruirne. Inoltre, un po’ come succede negli Stati Uniti, bisognerebbe cambiare la percezione dell’accesso alla rete che abbiamo in Italia. Essendo internet uno strumento di uso quotidiano, che consente di agevolare e arricchire la vita quotidiana, dovrebbe essere percepito come un’innovazione tecnologica a diritto universale, come una risorsa naturale poteva esserlo nel secolo scorso.
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Ostacoli economici e gap generazionali
Purtroppo oggi ci scontriamo ancora con problemi di natura economica, ma lo scopo dovrebbe ipotizzare una connessione gratuita per tutti coloro che ne richiedono l’accesso. Infine il nostro paese si scontra con il gap generazionale, ancora un dato negativo: se i giovani italiani sono infatti adeguatamente preparati in campo tecnologico e scelgono sempre più mestieri che necessitano di competenze digitali, chi resta indietro è tutta la parte di popolazione che supera i 65 anni. Molti di loro non hanno un accesso internet e la maggior parte non usa né saprebbe utilizzare la rete nella quotidianità.