Un lamento continuo, insistito. Che arriva da oltre i confini ogni mattina, da Bruxelles, da quel mondo che il governo gialloverde ha messo nel mirino già ai tempi della campagna elettorale e contro il quale ha aperto poi le ostilità una volta insediato. Il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Centrale Europea, la Commissione Ue. Tutti uniti nel chiedere aggiustamenti di rotta, maggiore collaborazione. Il tutto mentre il ministro Tria è a Bali per i lavori delle assemblee annuali di Fmi/Banca Mondiale. L’Huffington Post parla di un incontro con il segretario americano al Tesoro Steve Mnuchin durante il quale il titolare all’Economia ha ribadito l’impegno italiano a ridurre il debito/Pil. E di un faccia a faccia faccia con Pierre Moscovici dai toni distesi, costruttivi. Il tutto mentre gli attacchi all’operato di Salvini e Di Maio si moltiplicano.
Per l’Fmi, la manovra in discussione “va in direzione opposta rispetto ai nostri suggerimenti”. Per la Commissione Ue, l’Italia ha già goduto di flessibilità: “Esamineremo il progetto di bilancio 2019 tra il 15 ottobre e la fine di novembre senza collera e senza parzialità, ma i documenti che arrivano dall’Italia mostrano che non rispetta la parola sugli impegni di bilancio”. “Non ho niente contro l’Italia, al contrario. Io la amo – ha detto Juncker, spesso al centro di un infuocato duello verbale con Salvini – Che si smetta di descriverci come dei mostri freddi e chiusi in un bunker, insensibili agli appelli del popolo. Se l’Italia ha potuto investire così tanto in questi ultimi anni, è perché ho reso più flessibile l’interpretazione del Patto di Stabilità e Crescita”.
Parole che, però, non hanno convinto il governo: “Sorprendono ancora una volta le dichiarazioni di Juncker, che da un lato dice di amare il nostro Paese e dall’altro gli chiede ancora austerità, giustificandola con gli impegni di finanza pubblica presi dal governo Gentiloni. Juncker forse non ha ben chiari i meccanismi della democrazia: il 4 marzo il voto popolare ha premiato M5S e Lega, forze politiche che si sono poi unite in un Contratto di Governo” dicono i Cinque Stelle. Duro Di Maio: “Oggi è arrivata la bocciatura da parte dell’Fmi, ormai manca all’appello solo la Nasa e qualche ente di qualche altro pianeta. Questo è motivo di orgoglio perché staremo sbagliando qualcosa quando quelli che promuovevano Renzi, Letta e Gentiloni cominceranno a promuovere anche noi”.
“Non salveremo l’Italia”. L’Europa si tira indietro: il governo gialloverde resta solo, mercati terrorizzati