Angelo D’Alessandro è l’ideatore di Buddybank, la prima banca digitale solo mobile di UniCredit, ed è il responsabile del progetto che la costituirà per aprire sul mercato italiano, prima di aggiungere nuovi mercati. “La missione è trasformare la banca in qualcosa di interessante”, ha detto D’Alessandro.
“La banca di chi usa lo smartphone per vivere”. Così Angelo D’Alessandro presenta la sua idea di banca che non c’era, diventata un progetto e adesso una startup già sul mercato dal 1 gennaio 2017. Buddybank, una startup della banca italiana UniCredit, è un tentativo di fare banca in movimento non solo semplice ma divertente da usare.
Un modo in cui sta cercando di farlo è con un’app mobile esteticamente gradevole. L’app Buddybank, disponibile ora, è scaricabile gratuitamente. Ma per utilizzare le funzioni dell’applicazione bancaria, è necessario richiedere una carta di credito o debito MasterCard tramite UniCredit, una delle più grandi banche europee.
La cosa inusuale è che tutto questo avviene nella Tower di Unicredit, in piazza GaeAulenti a Milano. Perché D’Alessandro è un manager della banca, presentato come ideatore e responsabile della “prima banca molecolare al mondo”. Un caso non forse programmato, certamente non dichiarato, di corporate entrepreneurship.
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Che cosa significa “banca molecolare”? È la definizione ad effetto, che ricorda la cucina di Ferran Adrià e dintorni, messa a punto per battezzare un progetto innovativo e per questo audace: creare una nuova banca dentro una “vecchia” banca, crearla in meno di un anno, con poche persone (una quarantina, 100 al quinto anno) e un investimento relativamente limitato (50 milioni). Una banca aperta 24h24, che funziona solo sullo smartphone. Una banca che oltretutto non è solo una banca.
Buddybank è una rivisitazione del 21° secolo di ciò che una banca dovrebbe fare per i suoi clienti nell’era degli smartphone. Ad esempio, i clienti di Buddybank non devono preoccuparsi di perdere una scheda fisica poiché tutto è archiviato digitalmente.
Se la loro carta viene rubata, Buddybank può emetterne una nuova in pochi minuti invece di costringere un cliente ad aspettarne una per posta. Se qualcuno sta viaggiando all’estero, Buddybank può controllare le transazioni tramite messaggi di testo in-app. L’obbligo di comporre un numero 800 o visitare un negozio al dettaglio è finito.
D’Alessandro è l’ideatore e il volto del progetto e interpreta il ruolo con convinzione. Fa intendere che buddybank funzionerà solo se sarà coinvolgente, con i player della digital economy e con i clienti. Perché attraverso il display digitale non verranno erogati solo servizi finanziari tradizionali (conto corrente, carta di credito, prestiti personali) ma anche altri servizi utili a rendere la vita più semplice.
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E verrà fatto in partnership con operatori specializzati, nella mobilità urbana, nel turismo, nel food e via dicendo. Per esempio “entrando” in banca sarà possibile prenotare una corsa con Uber o organizzare un viaggio con un big del turismo digitale. D’Alessandro ha detto che il servizio ricorderà alle persone anniversari e compleanni e aiuterà anche a comprare pasti, per esempio.
Ma non ci sono solo i partner. Ci sarà anche un concierge dedicato, 10 persone all’inizio, che 24 ore al giorno risponderà ai clienti per soddisfare ogni tipo di richiesta. Quasi come da Harrod’s. “Mentre faccio una riunione potrò inviare un messaggio via whatsapp per chiedere di prenotare da Eataly tre bottiglie del mio Sauvignon preferito da portare a cena”, ipotizza ad esempio D’Alessandro. Probabilmente non a caso, visto che insieme con la musica, l’altra sua passione sono i vini (sta studiando per diventare anche sommelier).
“Vogliamo piantare una bandierina sulla frontiera dell’innovazione”, spiega D’Alessandro. Ogni mese può essere prezioso nella gara, appena cominiciata, a chi sarà più disruptive, una gara che spesso non si corre con i tradizionali concorrenti ma con chi è riuscito a creare presidi importanti sul mercato digitale. “Con una banca che nasce da zero è possibile fare cose altrimenti impensabili, in tempi altrimenti improponibili”. Come, ad esempio, servire 10mila clienti per dipendente.
Andando avanti, la visione di D’Alessandro è quella di nascondere la banca all’interno di iOS di Apple. Immagina che il sistema bancario diventi più simile a un’attività quotidiana, simile a mandare messaggi a un amico.
“Nei tuoi contatti hai Buddybank e ti chiederemo un’altra autenticazione, da cui potrai gestire la tua vita finanziaria e il tuo stile di vita”, ha detto D’Alessandro. “Non abbiamo davvero bisogno di altre applicazioni”.
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