“Il M5S è come la Costa Concordia guidata da Schettino. Sta affondando, e mentre affonda i capi cercano il modo per mettersi in salvo”. Parola di Max Bugani, già socio di Davide Casaleggio nell’associazione Rousseau, ora consigliere comunale a Bologna: “Anche lì c’era il personale che tranquillizzava, che diceva ‘non c’è pericolo, è solo un guasto all’impianto’. Ma mentre la nave imbarcava acqua, Schettino e la sua ciurma pensavano a mettersi in salvo. Ecco, questo è quello che sta accadendo ai 5 stelle. Ci sono persone che stanno cercando di mettersi in salvo fregandosene della nave che affonda”. Bugani affida a un’intervista a Repubblica il suo pensiero. Un ritratto impietoso del M5S.
“I movimenti sono sotto gli occhi di tutti – continua Bugani -. Alcuni stanno cercando di garantirsi un futuro anche se il Movimento dovesse scomparire. Mi riferisco soprattutto a cambi di posizione palesi, fatti per attirarsi le simpatie di alcuni poteri del nostro Paese. Penso che questa guida collegiale possa nascere, ma non deve essere proposta nessuna cinquina. Gli iscritti dovrebbero essere liberi di fare dei nomi di persone interne al M5S. Nessun pacchetto preconfezionato. Anche nel calcio, ci sono allenatori bravissimi che però, se retrocedono, si dimettono. Questo doveva fare chi finora ha guidato, dopo le ultime sconfitte. Ma non è accaduto”.
In tutto questo c’è Casaleggio che con la sospensione dei servizi di Rousseau ha sostanzialmente dichiarato guerra al M5S. Ed è un paradosso non da poco. Bugani spiega: “Casaleggio sta anche ridimensionando la sede, che è quella dove è nato il Movimento. È gravissimo. Vorrei dire anche che nessuna delle meravigliose idee di Gianroberto Casaleggio sarebbero mai state realizzate senza suo figlio. Davide c’è sempre stato, era lui che dava forma alle cose, e Rousseau l’abbiamo costruita lavorando come i matti mentre Gianroberto era in ospedale: era il suo sogno, il suo lascito al M5S”.
Sul rapporto ambiguo con la piattaforma informatica in mano a un’associazione privata e il M5S Bugani spiega: “Rousseau non è una piattaforma di servizio, anche se spesso è stata usata come carta igienica per pulire le decisioni prese dal capo politico con quesiti anche un po’ ridicoli. È piuttosto quel che consente al Movimento, con soli 300 euro al mese dagli eletti, di far politica senza sedi, senza dipendenti, senza milioni e milioni di costi fissi”. Sul rischio reale di un Movimento che si spacca in due, Bugani tuona: “Vedo il rischio di una sparizione. Quando le cose non vanno bene ci si siede attorno a un tavolo e ci si parla”.
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