Massimo Bugani ha comunicato le sue dimissioni dalla segreteria del Ministero dello Sviluppo economico. Dimissioni che arrivano dopo che lo staff di Luigi Di Maio aveva chiesto a Bugani di lasciare. “Io ti licenzio”. “Fai pure: non sono io quello attaccato alle poltrone”. Botta e risposta che non lascia margini di interpretazioni. Questo è l’ultimo passaggio della chat durata cinquanta minuti, di fuoco, intercorsa tra Luigi Di Maio. Il Movimento 5 Stelle sempre più alla deriva. Bugani è stato lo staff ombra di Grillo e Casaleggio ai tempi dei post non firmati del blog del comico genovese.
E quindi colui che prendeva le decisioni politiche più importanti supportato dai leader e fondatori del M5S. Ma quello dove si è svegliato oggi Bugani è il M5S a guida Di Maio. Un altro mondo. Quello del potere e delle poltrone da non lasciare per nulla al mondo.
Il 19 luglio Bugani decide di rilasciare un’intervista in cui “osa dire” che Di Battista è il vero attaccante della squadra pentastellata. Doppio sgarro: primo, Di Maio aveva imposto a tutti di non commentare il ritorno del Dibba sulla scena politica, secondo, Bugani ha messo pubblicamente in discussione la leadership di Di Maio. Un affronto che il capo politico non ha accettato.
Per questo lo ha fatto chiamare dalla stessa segreteria di cui Bugani faceva parte e gli ha fatto annunciare che “purtroppo per motivi di budget del ministero lo stipendio dovrà essere dimezzato”. “Mi hanno mandato un provvedimento con cui riducono il mio da 3.800 a 1.600 euro”. Poi l’attacco frontale di Bugani, dai banchi della minoranza di Bologna, contro il ministro Danilo Toninelli e il sottosegretario emiliano Michele Dell’Orco.
Ieri lo strappo finale: “Me ne vado, ho informato Grillo e Casaleggio”. Così facendo ha alterato ancora di più Di Maio che ora teme per la tenuta del Movimento e ieri si è riunito con i fedelissimi per fare il punto. La geografia politica del M5S cambia ancora una volta. E lo si capisce quando ad abbracciare virtualmente Bugani arriva Di Battista che gli scrive su Facebook: “Sei un grande”. E la corrente vicina a Di Maio osserva: “Bene, vogliono fare opposizione a Salvini con il loro fiero 10%? Si accomodino”.
Per l’ex compagno di viaggio prospettano persino una candidatura a presidente dell’Emilia Romagna, regione che Di Maio dà già per persa perché punta sulla Calabria. Bugani ben prima dell’intervista che lo ha allontanato da Di Maio, andava ripetendo che era necessario staccare la spina al governo. Bugani è socio di Rousseau insieme a Davide Casaleggio che in questa partita ha una sensibilità molto più vicina al sodale bolognese che al campano Di Maio.
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