Il caso NaturaSì continua a far discutere e a spaccare l’opinione pubblica. La nota catena di supermercati di prodotti biologici ha annunciato, per bocca del suo presidente, l’intenzione di voler contribuire in larga misura al pagamento dei tamponi per i suoi dipendenti. Tutti coloro che non vorranno vaccinarsi, dunque, saranno liberi di farlo senza rischiare il posto di lavoro. E non dovranno sborsare quasi nulla di tasca propria. Un’iniziativa che non è piaciuta affatto a Roberto Burioni che minaccia il boicottaggio dell’azienda. Al contrario, proprio perché il virologo si oppone a NaturaSì, il giornalista Nicola Porro lancia la sua provocazione: “Allora sosteniamo l’azienda”.
“Per garantire il rispetto delle nuove norme sul green pass, e permettere a tutti i lavoratori di svolgere la propria attività in azienda liberamente, siamo intenzionati a contribuire come gruppo al costo dei test previsti dalla legge”. Queste le parole utilizzate dal presidente di NaturaSì, Fabio Brescacin, nella lettera inviata ai suoi 1650 dipendenti.
“La nostra azienda vuole garantire un aiuto ai nostri collaboratori. – aggiunge Brescacin – Per noi, come azienda del biologico italiano, in armonia con la nostra missione, sono validi tre principi fondamentali: il rispetto della salute delle persone e della Terra, il rispetto della libertà individuale, i diritti e la dignità dei lavoratori”.
Insomma, al contrario di grandi catene come Conad, che avevano annunciato il possibile licenziamento dei dipendenti no-vax, NaturaSì decide di prendere una direzione totalmente opposta. Direzione che il virologo Roberto Burioni respinge fermamente. “Se una catena di supermercati liscia il pelo ai no-vax deve mettere in conto di perdere i clienti che hanno fatto il proprio dovere di cittadini vaccinandosi. Con me NaturaSì ha chiuso”, twita Burioni. E proprio sui social arriva la replica di Porro. “Burioni boicotta NaturaSì. E allora noi sosteniamo l’azienda”, scrive il giornalista Mediaset per presentare un pezzo di un suo collaboratore sul tema.
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