Qual è il prezzo giusto per un caffè al bar? Una delle abitudini più consolidate degli italiani viene messa a rischio negli ultimi anni dal continuo aumento dei prezzi delle materie prime, dei servizi e, di conseguenza, della tazzina che viene servita milioni di volte al giorno nei locali pubblici. A far discutere è l’intervista rilasciata al Corriere della Sera da Pasquale Polito, uno dei fondatori del Forno Brisa, locale molto noto a Bologna che ha aperto cinque sedi in città. Secondo lui il prezzo attuale della tazzina di caffè è troppo basso e andrebbe aumentato anche di molto.
Leggi anche: Salvini: “Chi paga caffè con la carta di credito è solo un rompipalle”
Prezzo del caffè: l’opinione del fondatore del Forno Brisa fa discutere
“Per un espresso, il prezzo di un euro e cinquanta non è alto”, dichiara subito senza esitazioni Pasquale Polito al Corriere. “Io lo farei pagare anche due euro, due euro e cinquanta. E non è una questione di inflazione”, aggiunge uno dei fondatori del Forno Brisa scatenando la reazione di migliaia di utenti sui social. “Se pretendiamo che cornetto e caffè siano buoni devono essere pagati il giusto prezzo. – prosegue – Noi abbiamo accordi con i produttori, paghiamo il caffè verde anche due o tre volte il prezzo di borsa. Quindi il nostro caffè non è una commodity. Stesso discorso per il grano e per il nostro pane: il prezzo di borsa non influisce sulla nostra filiera”.
“Se vuoi un prodotto responsabile dal punto di vista ecologico, che faccia bene a chi lo lavora come a chi lo mangia o lo beve, soddisfacendolo anche nel gusto, il prezzo va pagato. – insiste il fondatore del Forno Brisa – Se lo paghi un euro non ti stai prendendo la responsabilità di quel costo. E quel costo lo sta pagando qualcun altro, magari dall’altra parte del mondo lavorando in condizioni non dignitose, magari è un ragazzino che non va nemmeno a scuola. A quel prezzo io non lo bevo, il caffè”.
Polemica sul prezzo del caffè
“Noi siamo abituati a ragionare da consumatori. – spiega ancora il fondatore del Forno Brisa – Ma oggi non c’è più la lotta tra consumatore e venditore. Il prezzo non è una lotta ma un’alleanza. Il consumatore sceglie quello che ha una politica più simile alla sua. Il consumo è voto. Bisogna parlare di cosa c’è dietro a un prezzo e rifletterci. Un caffè a un euro non fa felici tutti. Sappiamo cosa significa fare i conti a fine mese. Noi siamo tutti ragazzi normali, con stipendi normali e non siamo privilegiati, ma diamo molto valore alle scelte che facciamo. Se mi dicono perché il caffè a un euro e cinquanta, io rispondo guarda io lo farei pagare due euro perché vorrei pagare di più il produttore, perché non è al sicuro. Piuttosto ne bevo uno in meno”, conclude.
Leggi anche: Alemanno senza mascherina parcheggia sul marciapiede: “Solo per un caffè”