Cala il prezzo della pasta. Si fanno sentire gli effetti della Commissione di allerta, attivata dal ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso. Accogliendo le proteste delle associazioni dei consumatori, Urso aveva attivato il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, il quale ha la facoltà di attivare la commissione. Marzo e aprile hanno fatto registrare aumenti ingiustificati, perché le scorte sono state realizzate e non dovrebbero esserci più problemi legati alle materie prime, alla guerra in Ucraina e all’inflazione. Oggi la riunione della commissione. Ecco quali sono i provvedimenti.
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Commissione d’allerta, cala il prezzo della pasta
Per effetto della riunione della Commissione, stop ai rialzi: cala il prezzo della pasta. Il garante per la sorveglianza dei prezzi ha rilasciato un’intervista al termine dell’incontro. “La Commissione ha preso in esame l’andamento del prezzo della pasta che, come rilevato dall’Istat sia a marzo che ad aprile, ha fatto registrare, rispettivamente, aumenti tendenziali del 17,5% e del 16,5%. Durante il confronto tecnico, le istituzioni tecniche e di statistica (Istat, Ismea e sistema camerale) segnalano come le ultime rilevazioni dei prezzi stanno già dimostrando i primi, seppure deboli, segnali di diminuzione di prezzo. Segno che nei prossimi mesi il costo della pasta potrà scendere in modo significativo“. Inoltre, la Commissione “ha ribadito che continuerà l’opera di monitoraggio sull’effettiva discesa dei prezzi, a tutela dei consumatori”.
Perché il prezzo della pasta è salito così tanto
Mineo evidenzia come la dinamica dei prezzi delle materie prime, come frumento duro e semola , e quelli dell’energia, siano “su livelli sensibilmente più bassi rispetto allo scorso anno e come tali riduzioni si rifletteranno sul prezzo al consumo della pasta”. Alla riunione, oggi, hanno partecipato anche i rappresentanti dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, dell’Agenzia delle entrate, delle associazioni delle imprese agricole, dell’industria molitoria e produttiva, delle cooperative, della distribuzione e del commercio.
Il fine è quello di “valutare in modo completo tutti i meccanismi di formazione del prezzo della pasta e poter così meglio definire le aspettative dei prossimi mesi anche in base ai positivi segnali di riduzione dei costi delle componenti della produzione”.
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