Grosso guaio in Calabria per il centrosinistra, che ha rischiato a lungo, a sorpresa, di trovarsi senza il suo candidato governatore proprio alla vigilia della presentazione delle liste. Il tavolo che poteva saltare a ridosso del gong era quello che che vede al centro della vicenda la figura del “re del tonno” Pippo Callipo, deciso ad avere l’ultima parola sui candidati alla carica di consigliere nelle liste approntate in suo sostegno e restio ad accettare trattative su nominativi che ritiene irricevibili.
L’imprenditore aveva messo in chiaro i criteri per la scelta dei nomi: rottura del passato, trasparenza, etica, legalità. E proprio per questo si era mostrato molto scontento delle scelte fatte da un Partito Democratico che invece ha proposto delle figure a lui sgradite, anche perché coinvolte in delle vicende giudiziarie. Un allarme alla fine rientrato, con la presentazione ufficiale delle liste, ma che ha tenuto in apprensione a lungo lo schieramento.Callipo non era disposto a entrare in trattative col Partito Democratico né con altre forze della coalizione. Il diktat era chiaro: o si fa a modo mio, depennando ogni nome considerato “a rischio”, oppure la candidatura salta. In quel caso sarebbe stata necessaria la sostituzione in fretta e furia con un altro aspirante governatore, missione particolarmente delicata.
La posizione di Pippo Callipo si era fatta più intransigente nelle ultime ore alla luce degli esiti dell’indagine “Rinascita Scott”, della Dda di Nicola Gratteri e dei carabinieri, che aveva confermato i nebulosi rapporti tra il crimine organizzato e i sistemi di potere. La presentazione delle liste alla fine è avvenuta regolarmente. Quattro le liste a sostegno dell’imprenditore: Pd, Io resto in Calabria, 10 idee per la Calabria e Democratici e progressisti.
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