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Calenda contro la Azzolina: “Peggior ministro d’Europa: vi dico perché”

La scuola, lo ha detto dall’inizio, è al centro delle priorità di Azione, il nuovo partito che Carlo Calenda ha lanciato ormai diverso tempo fa. In queste giornate calde, mentre si discute sul come, quando e se tornare in classe, Calenda monitora le uscite (spesso a vuoto) della ministra dell’Istruzione e non perde occasione per dire la sua. L’ultimo episodio della saga è andato in scena oggi. “Un Paese che è diventato tra i più ignoranti in Europa ha giustamente un Ministro che è il più imbarazzante in Europa. Ma siccome è donna si deve dire sottovoce. Non credo che la parità si costruisca in questo modo”, scrive su Twitter Carlo Calenda.

Il leader di Azione ha postato il suo commento rilanciando una dichiarazione della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sulla decisione di implementare l’utilizzo di universitari non ancora laureati per le supplenze nelle scuole. “Giusto. La qualità dell’insegnamento la rimandiamo a data da destinarsi. Avanti”, scrive Calenda in un altro tweet. L’ex ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, attuale leader di Azione, su Twitter, commenta così le esternazioni della ministra dell’Istruzione in merito all’utilizzo dei laureandi di Scienze della Formazione Primaria per le supplenze.

“Penso che questo Paese debba assolutamente dare la possibilità ai giovani di lavorare. Se vanno all’estero ci lamentiamo, se restano a casa ci lamentiamo, e poi questi giovani lavoravano già”, aveva detto la ministra. Va detto che Calenda non è il solo a essersi schierato contro questa possibilità. Le frasi della ministra hanno infatti mandato su tutte le furie i precari storici della scuola e i laureati degli ultimi anni che aspettano ancora invano di sapere quale sarà il loro destino.

Sul fronte della riapertura delle graduatorie tutto tace. Mentre anche i sindacati fanno fronte comune contro le scelte della Azzolina, la quale sembra andare in direzione ostinata e contraria ignorando il parere di tutti. Ci sono almeno due generazioni di insegnanti condannati alla precarietà assoluta, e il suo voler rilanciare in cattedra anche i “non laureati” è suonato quasi come un affronto.

 

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