Carlo Calenda ha scelto il nome per il suo nuovo progetto: si chiama Azione, con la scritta bianca su fondo azzurro, ed è il nuovo partito dell’ex ministro, che si collocherà nel centrosinistra dell’emisfero politico contrario, però, all’accordo di governo tra il Pd e i grillini: “Siamo contro i riformisti che si sono rammolliti. E che si aggregano ai populisti e ai sovranisti. Questo vale sia per Pd e Italia Viva, che si sono messi al seguito dei 5 Stelle, sia per Forza Italia ormai al rimorchio di Salvini. La subalternità dei presunti riformisti è uno dei problemi che affossano il nostro Paese. I sostenitori della democrazia liberale devono essere tosti e coraggiosi”.
Le posizioni di Calenda sono molto critiche anche nei confronti dell’ex premier Matteo Renzi: “Il governo Renzi – ha spiegato – ha espresso un pensiero e un’azione forte, ora chi ne era premier sta tradendo i suoi valori ed è un peccato. Renzi è pienamente nell’alleanza con M5S, vota i provvedimenti e poi dice che si è sbagliato”. Nel programma “ci sono tre priorità a cui l’autorità pubblica centrale deve lavorare con estrema determinazione: sanità, scuola e sicurezza. Lo Stato deve investire soldi su questo e non per nazionalizzare Ilva e Alitalia. Magari lasciando a metà il Mose”.
o mi rifiuto – aveva spiegato lo stesso Calenda nelle ore precedenti a Circo Massino su Radio Capital – di dover scegliere il male minore tra Salvini e Di Maio, non penso che questa possa essere la scelta a cui sono obbligati i cittadini di un grande paese. Non possiamo scegliere fra due persone che non credo siano in grado di gestire il paese ma oggi danno le carte. Se in politica non porti persone nuove, come sto facendo per Azione, non cambi”.
Per Calenda, “questo è cambiare la politica: cambiare le persone. Perché altrimenti non cambi la politica. L’Italia non potrà che essere governata bene se ci sarà un rinnovamento forte delle forze progressiste e liberali che si staccano da sovranisti e populisti. E per farlo devi avere un pilastro, che sarà Azione, che sia sufficientemente forte da dire o fate questo o non andate al governo. E questa è la sfida. È una sfida difficile. Non c’è un affollamento al centro, vista anche la fondazione di Italia Viva?”. L’ex ministro è convinto di poter superare la quota del 10%.
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