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Calenda: “Salvini non è Orban. Conte parla e non dice niente. E Renzi…”

A Carlo Calenda si deve riconoscere la limpidezza con cui si esprime e il suo modo diretto. Non si nasconde mai, dice quello che pensa, su tutto e su tutti, senza girarci troppo intorno. E lo fa anche stavolta, in un’intervista al Corriere in cui parla a tutto tondo di Salvini, Conte, Renzi e della situazione politica ed economica italiana. Calenda immagina l’Italia come un labirinto sorvegliato da mostri terrificanti. E quei mostri li abbiamo generati noi, sono dentro di noi. Il leader di Azione ha pubblicato di recente un nuovo libro, i “Mostri” (Feltrinelli), appunto. Dell’Italia dice che “siamo il Paese più ignorante d’Europa”.

Calenda come libererebbe l’Italia dai suoi “mostri”? “Con la consapevolezza. Il nostro rapporto con la politica è malato. I decreti sicurezza sono fascisti con Salvini e buoni con il Pd. Non daremmo da gestire un bar a Di Maio ma gli facciamo fare il ministro degli Esteri. La destra non è mai stata fascista e la sinistra mai comunista, ma i toni sono quelli di un’altra epoca. Tutto questo rumore di sottofondo non ha prodotto una virgola. Il rischio di una deriva modello Orban c’è. Ma il rischio è alimentato da sinistra: ogni volta che provi una riforma ti dicono che è un colpo di stato”.

Per Calenda serve un’identità repubblicana. Spiega al Corriere: “La sinistra ha voluto superarla con un’idea sovranazionale, ma ha creato un varco a sovranisti e populisti. Il Pd si pone sul piano morale e non politico. Se sei ‘i buoni’ puoi accettare tutto: i decreti sicurezza, quota 100, la prescrizione. È il meccanismo delle Sardine. Renzi? Voleva essere Macron ed è finito come Mastella. Ha governato molto bene. Ma non condivido nulla del modo in cui fa politica oggi”.

Infine, su Conte Calenda è perentorio: “È la persona più distante da me dell’universo. Si arrotola nella retorica, indefinita, magniloquente, vuota. Conte non dice e non decide mai niente”. Battuta finale sull’audio su Berlusconi: “Un pezzo di magistratura vuole moralizzare gli italiani, non perseguire i reati”.

 

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