C’è un’Italia che non si ferma, che non si lascia schiacciare da un’emergenza, quella legata alla diffusione del coronavirus, che minaccia di durare ancora a lungo. E che combatte la difficilissima battaglia con la sua arma più forte, quella della solidarietà incondizionata, dei sacrifici necessari per aiutare gli altri. Tante le notizie di brand e imprenditori che in questi giorni concitati si sono rimboccati le maniche per dare un contributo. Ora, anche Calzedonia ha deciso di scendere in campo.
Dopo i tanti brand di moda, da quelli del lusso a quelli di fast fashion, che in tutto il mondo stanno producendo mascherine e camici per far fronte all’emergenza coronavirus, anche il Gruppo Calzedonia ha infatti deciso di rispondere a modo suoi all’appello delle istituzioni, annunciando la riconversione di alcuni dei propri stabilimenti per realizzare dispositivi di protezione personale per contrastare la pandemia.
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“Un’operazione fortemente voluta dal Presidente Sandro Veronesi che fin dall’inizio ha dimostrato la sensibilità del Gruppo nei confronti dei propri dipendenti, clienti e dell’emergenza sanitaria in corso, chiudendo dapprima tutti i punti vendita delle zone cosiddette rosse e successivamente quelli di tutta Italia, anticipando i relativi decreti del Governo” è quanto si legge nella nota ufficiale diffusa in queste ore dal gruppo.
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In particolare a essere riconvertiti, grazie all’acquisto di macchinari appositi e alla formazione specifica del personale preposto, saranno gli impianti di Avio (TN) e Gissi (CH) che hanno iniziato a fabbricare 10.000 mascherine al giorno con la previsione di poter incrementare questo numero nei prossimi giorni. Lunedì 23 marzo è iniziata anche la consegna dei primi 5000 dispositivi donati al comune di Verona, dove il gruppo ha il suo quartier generale.
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