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Camilla morta dopo il vaccino Covid: la decisione del giudice sui medici fa esplodere la polemica

Camilla Canepa prosciolti medici

Conclusa l’indagine sulla tragica scomparsa di Camilla Canepa, la giovane di Sestri Levante deceduta nel giugno 2021 presso l’ospedale San Martino di Genova dopo aver ricevuto il vaccino AstraZeneca durante un open day. Il giudice per l’udienza preliminare, Carla Pastorini, ha deciso il proscioglimento dei cinque medici sotto inchiesta. Le accuse di omicidio colposo sono state archiviate “perché il fatto non sussiste”, mentre quelle di falso ideologico non sono state considerate penalmente rilevanti.

Autopsia e accuse

L’autopsia ha rivelato che Camilla non aveva patologie pregresse e non aveva assunto farmaci. La morte è stata «ragionevolmente attribuita a un effetto avverso» del vaccino anti-Covid, secondo i consulenti. Quattro dei medici erano stati accusati di non aver seguito il protocollo regionale per la sindrome da trombocitopenia trombotica indotta da vaccino (VITT), manifestatasi nella giovane dopo la vaccinazione.

Inizialmente, la Procura aveva ipotizzato che la mancata esecuzione degli accertamenti diagnostici avesse impedito una diagnosi tempestiva, riducendo le possibilità di sopravvivenza della ragazza. Inoltre, i medici erano stati accusati di falso ideologico per non aver riportato nei documenti clinici che Camilla fosse stata vaccinata contro il Covid.

Il verdetto del giudice

La decisione del Gup chiude definitivamente il procedimento legale. Le indagini, iniziate tra emozioni forti e polemiche, si sono concluse senza alcun rinvio a giudizio, confermando che non vi sono responsabilità penali per i professionisti coinvolti.

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