Camilla Moccia ha 22 anni ed è la giovanissima titolare di un bistrot sul litorale di Ostia. La sua foto nelle ultime ore ha fatto il giro del web, diventando virale. L’immagine ritrae la giovane ristoratrice a pochi minuti dalla fine dell’ultima giornata di lavoro, accasciata nella cucina del ristorante con lo sguardo basso e le mani sul volto in segno di disperazione. Un posa che esprime tutta la stanchezza e la tristezza che Camilla portava nel cuore in quel momento. Uno scatto simbolo di una categoria, quella dei ristoratori, che da ieri sono tornati a riporre le sedie sopra i tavoli per le restrizioni a causa della pandemia. A causa delle restrizioni imposte dalla zona rossa nella regione Lazio, Camilla ha dovuto chiudere di nuovo la sua attività. Una situazione analoga a quella di tanti commercianti e ristoratori, che senza incassi rischiano di non riaprire più.
“La foto è stata scattata pochi giorni fa, in quel momento non avevamo prenotazioni o altro, così mi sono seduta e sono stata presa da un momento di sconforto, che però è passato subito”. Sono queste le parole con cui Camilla commenta la foto divenuta virale che la ritrae seduta per terra, in preda alla disperazione, subito dopo l’annuncio che il Lazio sarebbe diventato zona rossa. “Siamo da soli purtroppo e parlo per tutte quelle attività che hanno dovuto chiudere. Lo stato non ci ha dato una mano, io per esempio ho ricevuto solo 4 mila euro e per un’attività appena nata, come la mia, non sono soldi sufficienti. Noi non vogliamo soldi, ma vogliamo lavorare. Non mi aspettavo diventasse virale la foto, l’ha scattata mia madre prendendomi alla sprovvista”.
A immortalare quel momento, è stata mamma Simona. “In questa tenera, drammatica, eloquente immagine muta si riesce a cogliere lo stremo e l’angoscia nella quale versa un’intera categoria di persone ormai così provate da un anno di errori clamorosi da parte di chi ci governa”, ha scritto la madre di Camilla pubblicando lo scatto poi divenuto virale.
“Vorrei capire il senso di farci stare aperti questo sabato e domenica con inevitabili assembramenti che si creeranno sapendo che sono gli ultimi due giorni prima della totale chiusura. Visto che il problema esiste e dobbiamo chiudere, chiudo subito, ma devo avere la certezza che al contempo ho gli aiuti necessari per non fallire. Subito e senza complicate pratiche burocratiche senza senso. Rispetto per chi, come Camilla, ha programmato il suo futuro in funzione di un lavoro che per lei è passione e vita”.
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