Vitalii Merinov, quattro volte campione del mondo di kickboxing e combattente ucraino, è morto a causa delle ferite riportate in battaglia. Merinov si era unito all’esercito ucraino come volontario subito dopo che l’esercito russo aveva cominciato l’invasione dell’Ucraina. Anche se era stato ferito in precedenza, Merinov era tornato al fronte per combattere contro le forze russe. Il sindaco della sua città natale, Ivano-Frankivsk, ha annunciato la sua morte.
Secondo il governo ucraino, Merinov è solo uno dei 262 atleti ucraini che sono morti durante la guerra con la Russia. Il paese ha anche riportato la distruzione di 363 impianti sportivi. Altri atleti ucraini uccisi quest’anno includono un pattinatore di figura e un campione di decathlon che sperava di partecipare alle Olimpiadi. Il ministro dello sport ucraino ha dichiarato che nessun atleta russo dovrebbe essere ammesso alle competizioni sportive internazionali a causa del loro sostegno alla guerra in Ucraina.
La decisione del Comitato Olimpico Internazionale di raccomandare il graduale ritorno degli atleti russi e bielorussi alle competizioni, purché siano neutrali, è stata criticata dall’Ucraina. Il paese ha vietato ai suoi atleti di partecipare alle qualificazioni per i Giochi di Parigi del 2024 se devono competere contro i russi, ma non ha ancora deciso sulla loro partecipazione alle Olimpiadi stesse.
La morte di Merinov è una triste testimonianza delle conseguenze umane della guerra in corso in Ucraina. Gli atleti ucraini che hanno perso la vita durante il conflitto sono un ricordo costante del prezzo che viene pagato quando la politica e lo sport si mescolano in modo così tragico. Speriamo che questa guerra possa finire presto e che gli atleti ucraini possano tornare a competere senza la paura della violenza e della morte.