Ada d’Adamo è morta. Appena due giorni fa, il 30 marzo, aveva ottenuto la presenza del suo libro nella dozzina dei finalisti al prestigioso Premio Strega. Malata da tempo, a fare le sue veci alla presentazione delle candidature era stata Elena Stancanelli. La scrittrice fiorentina fa parte degli Amici della domenica, l’associazione culturale che si incarica di proporre i libri per i finalisti del premio. Aveva scelto proprio il libro di D’Adamo e ne aveva raccontato con gioia la trama. Oggi, la saluta sulla Stampa.
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Lutto nella cultura italiana, morta Ada D’Adamo, candidata allo Strega
Nata a Ortona nel 1967, Ada d’Adamo viveva a Roma. Alla soglia dei 50 anni riceve la diagnosi di una terribile malattia. Così, lei che per una vita si è occupata di danza e coreografie, con un lungo connubio con Mario Martone, non è stata più padrona del suo corpo. Nei cinque anni di vita che le sono rimasti, ha voluto scrivere il libro che l’ha portata in finale al Premio Strega: “Come d’aria”, edito da Eliot. Il titolo è un gioco di parole dedicato alla figlia, Daria, che oggi è alla soglia dei 18 anni. Sua figlia è nata con una rara malattia congenita e quando è avvenuto il parto, d’Adamo ha dichiarato che c’è stato un errore nelle diagnosi, altrimenti sarebbe ricorsa all’aborto terapeutico.
La malattia di Ada ha rimesso in dialogo e connessione madre e figlia. “Sei Daria. Sei D’aria. L’apostrofo ti trasforma in sostanza lieve e impalpabile. Nel tuo nome un destino che non ti fa creatura terrena, perché mai hai conosciuto la forza di gravità che ti chiama alla terra”, si legge nel suo libro.
Il commiato di Stancanelli: “Ada è morta stanotte, ma ci ha lasciato questo libro, ‘Come d’aria’, del quale io mi sono innamorata fin dalla prima lettura. E non solo io. Loretta Santini l’ha voluto immediatamente per la sua casa editrice, Elliot, e i giurati del premio Strega lo hanno accolto nella dozzina. Un libro che farà ancora un viaggio lunghissimo, incontrerà lettori, rimarrà nella nostra memoria”.
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