Legalizzazione sì. Anzi no. Una polemica tutta interna ai Cinque Stelle, quella sulla cannabis, e che ha visto scendere in campo il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per annunciare una netta retromarcia rispetto alle posizioni di altri esponenti dello stesso Movimento, chiarendo ai microfoni di Circo Massimo: “Ritengo che non si farà, a meno che ci siano nuovi temi importanti, allora le due forze ne discuteranno”. Poi sugli equilibri del governo, eccolo scacciare i venti di crisi: “Non ho respirato nessuna aria di crisi nel governo”.
Negli ultimi giorni il ministro era finito al centro delle polemiche per il decreto Anticorruzione. Alle accuse di una norma pro-Carroccio ha risposto in modo chiaro: “Assolutamente non è una norma salva Lega. Non c’è nessun provvedimento che salva nessuno”. Inevitabile poi un commento sul rientro in Italia, dopo anni di latitanza, di Cesare Battisti: “Cesare Battisti verrà a scontare l’ergastolo. Con questo rientro diretto in Italia viene meno l’accordo stipulato dal mio predecessore con il Brasile e che prevedeva l’estradizione a patto che Battisti non scontasse l’ergastolo ma 30 anni di carcere”.
“Naturalmente – ha aggiunto Bonafede- non voglio entrare in decisioni che prenderanno i giudici di sorveglianza, ma posso dire che a termini legge verrà in Italia a scontare l’ergastolo”. Infine il Guardasigilli parla anche dell’ipotesi referendum sulla Tav: “Personalmente su questa vicenda sarei contrario, ma questa è un’opinione personale. Siamo a un punto in cui le valutazioni tecniche ci porteranno a fare un bilanciamento dei costi e dei benefici”.
Sulla stessa posizione anche il presidente della Camera, Roberto Fico: “Bisognerebbe innanzitutto chiarire di che tipo di referendum parliamo. E comunque per la Costituzione per indirne uno servono 500mila firme, e se accadesse non avrei nulla da dire. Piuttosto avrei da dire se il Movimento appoggiasse un referendum sul Tav, questione che non ha mai lontanamente posto”.
Cannabis libera, arriva il disegno di legge: cosa prevede la proposta dei Cinque Stelle