Si complica di colpo la trattativa tra il governo giallorosso e i Benetton, che sembrava essere giunta a un punto di svolta lo scorso 15 luglio quando era stato annunciato un accordo che avrebbe permesso di sottrarre gradualmente il controllo di Autostrade per l’Italia agli imprenditori trevigiani. Non proprio la revoca di cui si era discusso tante volte in passato, ma comunque un risultato festeggiato dal premier Conte come molto soddisfacente. E che invece è tornato di colpo in discussione.
È infatti rottura tra Atlantia e la Cassa Depositi e Prestiti, per la quale il governo aveva tracciato il ruolo di protagonista della nuova Autostrade per l’Italia. Cdp aveva inviato una lettera ai Benetton invitandoli a non distanziarsi dallo schema che i giallorossi avevano individuato a luglio e allo stesso tempo chiedendo la manleva, ovvero la certezza di non dover rispondere in futuro delle responsabilità che potrebbero frattanto essere accertate sulla tragedia di Genova. Un testo al quale Atlantia ha risposto prontamente, ribadendo come fosse stato già avviato un processo che avrebbe seguito una doppia, possibile pista. In barba, quindi, agli accordi stretti in passato.L’Huffington Post ha pubblicato alcuni estratti della missiva di Atlantia, nella quale la società confida “le difficoltà emerse nelle nostre interlocuzioni intercorse possano essere superate nell’ambito di un trasparente processo competitivo di mercato”. Fissando poi il 16 dicembre come termine ultimo per la presentazione delle offerte. Quindi: o vendita della quota corrispondente all’88% di Autostrade sul mercato o scissione di Autostrade da Atlantia. E niente manleva per Cassa Depositi e Prestiti.
Gli accordi di luglio, che prevedevano l’ingresso di Cdp con un aumento di capitale riservato, diventano così di colpo soltanto un ricordo. La replica ha fatto sbottare i giallorossi, con la
ministra dei Trasporti Paola De Micheli che ha subito sbottato: “Non siamo disponibili a dilazionare per un tempo infinito”. Conte è tornato a parlare di colpo di possibile revoca. La tensione, insomma, è ancora una volta alle stelle.
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