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Capire meglio i clienti: arriva il neuromarketing

Tutti sanno che l’arte del marketing è quella di convincere le persone a fare qualcosa come, ad esempio, comprare uno specifico prodotto. Un campo che invece è ancora poco conosciuto è quello del neuromarketing. Vediamo assieme di cosa si tratta.

Che cos’è il neuromarketing

La parola neuromarketing si spiega facilmente da sola, infatti si tratta di quel settore del marketing che utilizza le conoscenze e le ricerche effettuate in campo neurologico e psicologico per impiegarle nel campo della pubblicità. Il concetto fondamentale è che le decisioni di tipo economico vengono prese anche attraverso dei processi inconsci. Infatti le persone agiscono nella maggioranza dei casi seguendo la parte più irrazionale e le emozioni.

Il neuromarketing si focalizza quindi proprio su questo fatto e, grazie all’utilizzo di metodi neurocognitivi, indaga quali siano le abitudini dei consumatori…anche quelle più nascoste.

Quando è nato il neuromarketing?

Il confronto fra Coca Cola e Pepsi è significativo per la storia del neuromarketing. Nel 2004 diversi ricercatori guidati da McClure hanno scoperto che la scelta di una delle due bevande non è legata solamente alla marca ma anche al fatto che queste attivano delle regioni differenti del cervello. La notizia ha portato alla diffusione del neuromarketing e alla stesura da parte dello scienziato Hans-Georg Häusel della famosa Limbic Map®.

Conscio ed inconscio

Proprio perché ogni decisione viene influenzata da fattori consci ed inconsci, il neuromarketing vuole agire in entrambi i campi. Infatti una decisione razionale può essere supportata dando ai consumatori diverse informazioni mentre quella più emozionale può essere incentivata tramite immagini e testi. Lo scopo è quindi attivare nei consumatori delle determinate sensazioni – sia razionali che non – capaci di spingerlo all’acquisto di un dato prodotto.

Il cliente tipo

Al centro del neuromarketing c’è ovviamente il cliente tipo, ovvero il target che si vuole raggiungere con campagne pubblicitarie di diverso tipo (ad esempio tramite l’email marketing). Il primo passo è quindi raccogliere una grande quantità di informazioni sul consumatore modello. Queste includono anche i bisogni, i desideri, le paure, i valori e le esperienze di vita. Domande come “che cosa vorrebbe il mio cliente tipo? Come posso aiutarlo a raggiungere ciò che vuole?” sono fondamentali.

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Esempi di neuromarketing: Eye Tracking e Facial Coding:

Sia l’Eye Tracking che il Facial Coding rientrano nel campo del neuromarketing. Il primo permette di tracciare e analizzare i movimenti degli occhi quando si legge un testo su uno schermo. Ciò permette di stabilire dove si sofferma l’occhio per più tempo e dove invece cala l’attenzione. Grazie ai dati si potranno poi collocare dei banner o degli annunci pubblicitari nei posti chiave.  Con il Facial Coding si tracciano invece le espressioni facciali in modo da associarle ad una data emozione. Ciò serve a comprendere la risposta autentica ad un determinato input e i risultati possono tornare sicuramente utili nel campo del marketing.

Il neuromarketing è quindi la nuova frontiera in questo settore ed è destinato a prendere sempre più piede proprio perché apre una nuova porta nella comprensione dei clienti e dei loro bisogni più nascosti.

 (Margherita Grizzo Online Marketing Manager)

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