Prigozhin a Putin: fermare la guerra ora. Il capo della milizia privata di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, supplica il presidente russo Vladimir Putin. “L’opzione ideale sarebbe annunciare la fine delle operazioni militari speciali (l’invasione dell’Ucraina, ndr)” e “radicarsi saldamente” nei territori occupati. I militari privati sono allo stremo, come annunciato più volte. I Pentagon Leaks hanno evidenziato le manovre massicce contro la Russia che riprenderanno a breve. Per questi motivi, Prigozhin invita Putin a non ascoltare l’oligarchia che rappresenta una sorta di “Stato profondo” e concentrarsi sui territori occupati. Le dichiarazioni del militare raccolte dall’agenzia giornalistica russa, Tass.
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“Fermiamo la guerra e concentriamoci sui territori occupati”, la strategia di Prigozhin
“Ecco perché sarebbe opportuno”. Prigozhin a Putin: fermare la guerra ora. Le parole di Prigozhin, riportate dalla Tass, sono state analizzate dal think tank statunitense, Isw (Institute for the study of war). Il fondatore della Wagner starebbe creando “le condizioni per sfruttare un eventuale fallimento militare russo se la prevista controffensiva ucraina avrà successo“. Prigozhin ha affermato che “la prossima controffensiva ucraina ha più probabilità di successo che di fallimento”. Ha poi accusato un ipotetico ed egoistico “Stato profondo”. Il militare definisce questa entità come “una comunità di élite vicine allo Stato che operano indipendentemente dalla leadership politica e hanno stretti legami e una propria agenda”. Lo “stato profondo”, dunque, “è attualmente in crisi a causa degli insuccessi dell’esercito della Federazione nel garantire una vittoria in tempi rapidi”. Di conseguenza, secondo Isw, Prigozhin ha accusato i membri di questa élite di essere inseriti nella burocrazia russa. Essi sabotano deliberatamente il successo russo nella guerra, perché cercano di riprendere la loro vita privilegiata e confortevole. Quindi ha affermato che questi “nemici interni” dello Stato profondo russo spingeranno il Cremlino a “fare gravi concessioni”, che equivalgono a “tradire gli interessi russi”, compresa la possibilità di restituire all’Ucraina il territorio ucraino occupato.
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