Un’ascesa inarrestabile, quella di Mara Carfagna all’interno di Forza Italia. Arrivata in politica dal mondo dello spettacolo, ex miss Cinema ’97, accompagnata dal solito ritornello del “chissà che ha fatto per aver ottenuto quel posto lì”, oggi la vicepresidente della Camera è stata fresca di nomina di coordinatrice nazionale del partito di Silvio Berlusconi, ruolo che divide con Giovanni Toti. Un’incoronazione che di fatto cristallizza il suo ruolo ormai di primissimo piano.
In tanti sperano sia lei, in futuro, a guidare una Forza Italia che sta vedendo spegnersi pian piano la leadership fin qui indiscussa del Cavaliere. Attraverso le pagine di Repubblica, la Carfagna ha però spiegato di non vivere la sua nomina come una rivincita: “Sento l’onore e l’onere di dover indicare la strada a una comunità disorientata, che aspetta risposte di buonsenso ed equilibrio in una stagione politica di grandi contrapposizioni che hanno lacerato il Paese. C’è un pezzo d’Italia che vuole riconoscersi in una proposta moderata, liberale, riformista ed europeista”.
Berlusconi, al momento, non è in discussione: “Lui ha voluto questo processo di rinnovamento e sarà lui a guidarlo. Noi abbiamo il dovere di condurlo in porto e riempirlo di contenuti”. Non manca una stoccata al “cerchio magico” dell’ex premier, che finora ha contribuito a creare un clima di “mancata condivisione” all’interno del partito.
Resta in ballo l’ipotesi primarie per definire i vertici (“Tutto è possibile”). La strada da seguire, però, è per la Carfagna quella di alternativa alla Lega: “Loro parlano alla rabbia del Paese, io immagino una Forza Italia che si rivolga alle ambizioni degli italiani, al desiderio di protezione, di stabilità, buongoverno, che ponga fine alle conflittualità quotidiane. Loro sono molto più forti di noi, oggi? Vero, ma questo non significa dover subire una sudditanza psicologica”.
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